Dodicesima vittoria di fila per gli Houston Rockets, che tra le mura amiche asfaltano i San Antonio Spurs nel derby texano. Al Toyota Center finisce 124-109 per la squadra di Mike D’Antoni, che riesce ad avere la meglio nel duello con i rivali neroargento, apparsi piuttosto fuori fase in determinate situazioni di gioco e costretti a subire l’incessante dominio dei padroni di casa, avanti nel punteggio con un considerevole scarto sin dalle prime battute della sfida.

I Rockets (23-4) si confermano al comando della Western Conference, mentre gli Spurs (19-10) incassano la seconda sconfitta di fila dopo il ko nell’altro derby texano, quello con i Dallas Mavericks (95-89).

 

Non è bastato il rientro di Kawhi Leonard alla formazione di Gregg Popovich per aggiudicarsi il confronto con gli Houston Rockets: la stella degli speroni dà un contributo notevole alla causa nella sua seconda apparizione stagionale assoluta, chiudendo con 12 punti, 4 rimbalzi e un assist in appena 17’ giocati e dando un apporto più che significativo sia in difesa che in attacco.

Il classe ’91 mette in mostra, però, soltanto parte del suo talento, limitato ancora in gran parte dagli strascichi dell’infortunio. Per il resto della gara, dunque, San Antonio si affida alle altre frecce del suo arco, tra cui in particolar modo LaMarcus Aldridge (16 punti, 6 rimbalzi e 2 assist). Da lui ci si aspettava una prova decisamente più convincente, sia per ciò che concerne i rimbalzi che per quanto riguarda la produzione offensiva, ma l’ex Portland Trail Blazers non riesce ad incidere sulla gara e finisce per sprofondare nel vortice delle difficoltà, non aiutato dai suoi compagni.

 

Il quintetto titolare, infatti, delude e non poco le attese, con GreenParker Gasol decisamente sottotono (8 punti in tre). Gli ospiti, inoltre, faticano dalla lunga distanza, raddrizzando le percentuali soltanto nel finale e concludendo con un 10/26 da tre (38,5%). La second unit confeziona ben 73 dei 109 punti totali, con MillsLauvergne Bertans in doppia cifra: un dato che, seppur positivo per quanto riguarda il rendimento della panchina, lascia chiaramente intendere che i titolari debbano ancora trovare la condizione ideale.

 

Tutt’altra musica in casa Rockets, dove non si conosce il significato della parola sconfitta. Il dodicesimo successo di fila arriva grazie a una prova sontuosa dell’intero collettivo biancorosso, abile a tenere in mano il pallino del gioco dall’inizio alla fine e a dominare il confronto con gli Spurs sia dal punto di vista tecnico che mentale. Chris Paul si conferma un perno imprescindibile per Houston e offre un’altra prestazione da applausi, chiudendo la partita con numeri a dir poco ottimi (10/18 dal campo, 5/9 da tre e 3/3 ai liberi), mettendo a referto inoltre 28 punti, 8 assist, 4 rimbalzi e ben 7 palle recuperate. Notte da incorniciare per CP3, che sta formando un duo sempre più efficiente e devastante con James Harden, autore anch’egli di una prova autorevole.

Il Barba parte col freno a mano tirato, limitato dalla solidità difensiva di San Antonio, ma riesce con astuzia a presentarsi svariate volte in lunetta (14/16 ai liberi), per poi venir fuori con maggior convinzione nel secondo tempo e chiudere la sua partita con 28 punti, 6 assist, 7 rimbalzi e 2 palle recuperate. La point guard barbuta che il Toyota Center acclama al grido di “MVP!”, però, risulta piuttosto appannato al tiro dalla lunga distanza (soltanto 2/11 da tre per lui), mentre Capela centra l’ennesima doppia doppia della sua stagione (18 punti e 10 rimbalzi) e chiude con un ottimo 9/11 al tiro.

Partecipano alla festa anche Anderson (12 punti) Ariza (11 punti), due presenze fondamentali per il sistema di gioco dei Rockets, mentre dalla panchina Gordon si conferma un innesto di valore: per lui 14 punti, con 3/7 da tre e 5/9 dal campo. Houston si rivela una grande squadra, pienamente in grado di lottare per il titolo, seppur con ancora qualche difetto da correggere, mentre San Antonio fatica parecchio e mette in evidenza i suoi tanti limiti.

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