Che James Harden stia vivendo una grandissima stagione, la migliore per punti segnati (31,3) in carriera, è sotto gli occhi di tutti. Il Barba ha trovato un’ottima intesa con Chris Paul e i due stanno trascinando gli Houston Rockets, attualmente in vetta ad Ovest (25-4).

Se il rendimento della stella ex Oklahoma dovesse proseguire su questi livelli, la conquista del tanto agognato premio di MVP potrebbe rappresentare una pura formalità per The Beard, che lo ha soltanto accarezzato negli ultimi anni, vedendoselo soffiare da Stephen Curry prima e dall’ex compagno di squadra Russell Westbrook poi. In questo senso, Harden dovrà battere l’agguerrita concorrenza, in particolare quella di un intramontabile LeBron James, ma al momento sembra essere proprio il numero 13 di Houston il candidato numero uno per la vittoria finale.

 

Harden, dal canto suo, ha già reso noto di non soffermarsi più di tanto sui traguardi individuali, ma di voler inseguire a tutti i costi un altro obiettivo, quello che più di tutti gli altri farebbe felice Houston: la vittoria dell’anello. Un’impresa tutt’altro che semplice, in quanto anche in quest’ambito la concorrenza è folta (Golden State Warriors ad Ovest e Cleveland Cavaliers ad Est restano le favorite per raggiungere le Finals e contendersi il titolo per la quarta volta consecutiva). Al contempo, però, i Rockets sembrano essere cresciuti tantissimo sotto il piano della personalità e della concretezza, soprattutto grazie all’intesa vincente tra le due stelle della squadra, Paul e Harden appunto. Una complementarità su cui molti erano scettici prima dell’inizio della regular season: c’era chi addirittura sosteneva che l’ex stella dei Los Angeles Clippers avrebbe rubato la scena ad Harden.

 

Le cose tra i due, invece, stanno funzionando alla grande ed a beneficiarne è l’intero collettivo dei texani, dai lunghi Anderson e Ariza al centro Capela, anch’egli protagonista di una crescita esponenziale rispetto alla scorsa stagione. La striscia di vittorie consecutive dei Rockets si è allungata a tredici e in questo momento nessuna squadra sembra in grado di interromperla: nella notte tra sabato e domenica, Houston ha sconfitto anche i Milwaukee Bucks di Antetokounmpo (115-111), appena ventiquattro ore dopo aver dominato il derby texano con i San Antonio Spurs. Nella gara vinta contro i cervi, a farla da padroni sono stati come di consueto PaulHarden, con quest’ultimo che ha offerto una prestazione da 31 punti, 5 assist e 6 rimbalzi nonostante un problema al ginocchio destro, in seguito ad un fallo di Brandon Paul nella precedente sfida con gli Spurs.

 

Dopo aver recuperato palla, il Barba si era involato verso il ferro, venendo fermato fallosamente da Brandon Paul: in seguito al contatto col numero 3 della franchigia neroargento, Harden è caduto duramente sulla base del canestro, riportando una leggera contusione che non gli ha comunque impedito di concludere la gara e di mettere a segno entrambi i tiri liberi. Prima della sfida con Milwaukee, i medici hanno confortato il numero 13 dei Rockets dicendogli che, nonostante il dolore, non avrebbe avuto problemi a giocare, anche se dovrà fare un trattamento specifico durante il giorno di sosta per prevenire un’acutizzazione del dolore che comporterebbe seri rischi. Harden è, come si suol dire, “on fire” e non ci pensa nemmeno a stare lontano dal parquet, neanche dovesse trattarsi di una sola partita. Contro i Bucks ha dovuto per forza di cose adattarsi alla sua situazione fisica, non potendo tentare più di tanto giocate classiche del suo repertorio per non compromettere l’integrità del suo ginocchio, riuscendo comunque a segnare 31 punti, seppur con 8/21 dal campo.

 

Nonostante il piccolo problema fisico, dunque, Harden riesce sempre a risultare determinante e imprescindibile per le sorti dei suoi e le sue parole in merito al dolore al ginocchio mettono bene in evidenza la fame di vittorie di un giocatore che sa di essere in un periodo sfavillante ed intende goderselo tutto, tra momenti positivi ed altri difficili, per scrivere importanti pagine della storia della franchigia e della sua carriera quasi decennale in NBA. Dopo la partita vinta con i BucksThe Beard ha rassicurato tutti circa le sue condizioni in maniera piuttosto chiara, non nascondendo la difficoltà di giocare con una contusione al ginocchio: “Non mi sentivo bene, ma il medico mi ha detto che posso giocare nonostante l’infortunio, pur soffrendo. Il dolore non peggiorerà, ma sarà piuttosto forte finché non riposerò un po’. Dopo aver sentito queste parole ho pensato subito ‘ok, andiamo!’. In campo non ho potuto fare determinati movimenti, ma l’importante è che siamo riusciti a vincere. Ora pensiamo alla prossima gara.”