Difficile stabilire se si tratti di una crisi e, se così fosse, è ancor più complicato individuarne le cause. Se è vero che i tanti infortuni hanno penalizzato il rendimento del quintetto titolare e della second unit, è pur vero che in pochi si sarebbero aspettati che gli Houston Rockets avrebbero perso ben cinque partite consecutive dopo aver inanellato una striscia di quattordici successi di fila. Si tratta dell’ennesima dimostrazione che non esistano squadre imbattibili e che non si possa mai dare nulla per scontato in una lega che stupisce giorno dopo giorno all’insegna dell’imprevedibilità.

 

Non è bastato nemmeno il rientro di Chris Paul (8 punti, 6 assist e 2 palle recuperate per lui) a risollevare la squadra di Mike D’Antoni, caduta sotto i colpi dei Washington Wizards, bravi ed efficaci in entrambe le fasi e abili a rialzarsi dopo la sconfitta rimediata ad Atlanta con gli Hawks. Il 121-103 per la franchigia della capitale statunitense sintetizza le enormi possibilità di una squadra a tratti sottovalutata, che può contare su un organico ben strutturato con numerosi nomi di livello, in cui spiccano John WallBradley Beal Otto Porter (54 punti, 12 assist e 10 rimbalzi in tre) e, al contempo, gli evidenti limiti di una squadra che fino a poche settimane fa sembrava non averne.

 

James Harden si conferma in un momento tutt’altro che positivo e, dopo gli errori commessi a Boston nel ko allo scadere con i Celtics, offre una prestazione tutt’altro che esaltante in quel di Washington, facendo registrare ben cinque palle perse. L’unica nota lieta della partita del Barba sono i 20 punti segnati, che gli permettono di battere il record di franchigia per partite consecutive concluse con 20 o più punti: 35. Nessuno prima di lui era riuscito nell’impresa nella storia dei Rockets, ma di certo non può bastare per riportare il sereno dalle parti di Houston. A parte lo stesso Harden, che tira col 50% (7/14), le percentuali del quintetto titolare al tiro risultano piuttosto deludenti e al di sotto delle medie abituali: poco più del 27% per PaulAriza e Anderson e 20% per Tucker, mentre la panchina non delude e segna 57 punti, dieci in più rispetto alla second unit dei Wizards. In doppia cifra il solito Gordon (16 punti con 6/11 al tiro), Black (doppia doppia da 10 punti e 12 rimbalzi con un ottimo 66,6% al tiro) e il nuovo arrivato Gerald Green, che mette a segno 18 punti mandando a bersaglio sei tiri su dieci tentati (60%).

 

Questi ultimi si rivelano una squadra piuttosto ostica da affrontare, soprattutto tra le mura amiche. Alla Capital One Arena, infatti, i ragazzi di Scott Brooks hanno ottenuto undici delle loro diciannove vittorie stagionali, perdendo appena sei partite su diciassette giocate. La compattezza del collettivo di Washington è la vera arma in più della squadra della capitale: ogni singolo componente della squadra è fondamentale, da Gortat Morris alle riserve Oubre jr.Meeks Satoransky, passando per i tre leader John WallBradley Beal e Otto Porter. Il primo fa registrare 17 punti con un ottimo 70% al tiro (7/10), il secondo si rivela un tiratore pressoché infallibile con 21 punti e un più che positivo 52,9% al tiro (9/17) e il terzo risulta il miglior scorer dei suoi, mettendo a referto 26 punti (56,2% al tiro con 9/16).

 

Washington si conferma avversaria piuttosto ostica per le contender e, dopo aver battuto squadre del calibro di Toronto RaptorsMilwaukee BucksMinnesota TimberwolvesPortland Trail Blazers in trasferta, supera anche gli Houston Rockets in casa, battendo l’ennesima squadra col record positivo. Se riuscissero a trovare maggiore continuità e a vincere più frequentemente anche contro squadre con record negativo o comunque più abbordabili di quelle sopracitate e delle contender (vedi recenti sconfitte con Brooklyn Nets, ben due volte nelle ultime due, e Atlanta Hawks), i Wizards potrebbero davvero diventare una delle squadre più temibili ad Est e nell’intera lega. I Rockets, dal canto loro, lo sono già, ma in questo momento non gli riesce più nulla: la stagione è ancora lunga e con l’ottimo roster a loro disposizione e un allenatore d’esperienza qual è D’Antoni, la sensazione è che ne potranno venir fuori presto. Stati d’animo opposti, dunque, caratterizzano Washington Wizards e Houston Rockets, due squadre accomunate dall’imprevedibilità, nel bene e nel male.