Nella notte gli Houston Rockets hanno sconfitto i Minnesota Timberwolves al Toyota Center per 116-98, ritrovando la vittoria dopo la nefasta sconfitta in casa dei Los Angeles Clippers. Doppia notizia positiva per i texani, che oltre al successo ritrovano anche la loro stella James Harden, tornato a pieno regime dopo l’infortunio occorso nella sfida della notte di Capodanno contro i Los Angeles Lakers ed utilizzato con cautela da coach D’Antoni, che gli ha concesso 25′ in cui il Barba ha avuto appena il tempo di mettere a referto 10 punti e 7 assist, con tanto di 2 rimbalzi, 2 stoppate e 2 palle recuperate.

Non è stata di certo una prestazione da incorniciare quella del candidato MVP barbuto, che dalla sua ha però un’attenuante piuttosto valida, ossia il rientro dopo l’infortunio al flessore destro. Non è al massimo della forma e lo si intuisce sin da subito, ma non gli mancano grinta e forza di volontà, oltre alla spiccata visione di gioco di cui beneficia spesso e volentieri un Capela sempre più maturo. Harden a mezzo servizio riesce comunque a dare un buon contributo ai suoi, soprattutto quando indossa la veste di infallibile passatore: ben 7, infatti, gli assist distribuiti ai compagni, che mettono in evidenza l’elevato quoziente intellettivo cestistico del numero 13 dei razzi, abile anche a disimpegnarsi in fase difensiva in alcune situazioni. I numeri sono importanti, certo, ma spesso e volentieri non bastano a delineare la forza e l’apporto di un giocatore, che non va mai ricercata esclusivamente nelle statistiche.

Dunque, se è vero che 10 punti con un inusuale 3/15 al tiro riportano alla mente quella nefasta gara-6 delle semifinali di Conference persa contro i San Antonio Spurs, in cui la prova sottotono di Harden fu l’emblema della pesantissima sconfitta dei Rockets tra le mura amiche (114-75) e la conseguente uscita di scena dalla postseason, è pur vero che nei 25′ disputati The Beard, a mezzo servizio, non ha forzato nulla, si è reso utile per i compagni e, pur palesando una comprensibile scarsa vena realizzativa, ha compensato destreggiandosi più che dignitosamente nel ruolo di assistman e mostrando cuore e carattere in fase di copertura, dimostrando di essere in grado di difendere più che positivamente quando si applica anche nella metà campo dei suoi.

Oltre a ciò, contro i Timberwolves non è stato necessario uno sforzo sovrumano per portare a casa la vittoria, anche perché i lupi di Minnesota hanno deluso parecchio in fase difensiva, non riuscendo a contenere un efficace Clint Capela, un Chris Paul particolarmente ispirato e un Eric Gordon che ha messo ancora una volta in mostra le sue doti da cecchino in uscita dalla panchina. In questo scenario, il Barba ha avuto modo di mettere minuti nelle gambe, tornando a far parte del quintetto dopo circa due settimane in cui ha potuto solo dare supporto morale ai suoi compagni dalla panchina, non facendosi notare per le sue conclusioni incredibili e i suoi passaggi geniali, quanto piuttosto per gli eccentrici look sfoggiati al seguito dei compagni.

Prima di lui era toccato a CP3, i due si sono dati il cambio e D’Antoni e tifosi quasi non ci hanno fatto caso, anche perché poche squadre nella lega possono permettersi di alternare e al contempo far coesistere due giocatori del calibro di Harden e Paul. La serata casalinga contro i morbidi Timberwolves, molto più temibili quando giocano davanti al proprio pubblico (record di 11-12 in trasferta), è stata l’occasione giusta per The Beard per tornare a sentire in prima persona il calore e l’affetto del suo pubblico e per dimostrare di aver definitivamente superato il problema fisico al flessore. Un buon modo, insomma, per riprendere feeling e confidenza col parquet, in una gara in cui non ha dovuto fare gli straordinari.

Probabilmente nemmeno Mike D’Antoni si aspettava che le cose sarebbe state così semplici, ma l’ex Baffo e i suoi non hanno il tempo di fermarsi a festeggiare: nella notte tra sabato e domenica, infatti, i Rockets ospiteranno nuovamente i campioni in carica dei Golden State Warriors, attualmente primi in classifica ad Ovest. Una sfida piuttosto complicata, ma Houston può ben sperare: Harden è tornato e, dopo aver passeggiato contro Minnesota, è pronto a tornare ad esprimersi ai livelli pre-infortunio, sia per ciò che concerne il minutaggio che per quanto riguarda il rendimento. I Warriors degli Splash Brothers Curry e Thompson, di Green e di KD sono avvisati.