Altra vittoria per gli Houston Rockets, la terza consecutiva e l’ottava nelle ultime undici gare: dopo aver già superato Minnesota Timberwolves e Golden State Warriors tra le mura amiche, i texani si sbarazzano anche dei Miami Heat al Toyota Center, pur soffrendo più del dovuto. Gli ospiti, infatti, mettono in seria difficoltà i padroni di casa, conducendo per buona parte l’incontro e dando l’impressione di poter portare a casa una vittoria pesantissima. Dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio (50-46), trascinati da un Whiteside in grande spolvero e nonostante le assenze di Waiters e dell’ex di turno Dragic, gli Heat sono costretti ad arrendersi nella seconda frazione, in cui prevale il superiore livello tecnico dei Rockets, capaci di fare propria la gara nel finale, fino a chiuderla sul 99-90. Il record positivo con Harden, Paul e Capela in campo prosegue: 18-0.

 

MIAMI HEAT

 

JAMES JOHNSON: 5,5

Prova tutto sommato sufficiente al tiro (5/13), che gli permette di andare in doppia cifra (10 punti). Oltre a ciò, serve 4 assist ai compagni, ma delude piuttosto dalla lunga distanza, non riuscendo a mettere a segno nemmeno una delle quattro triple tentate. Non eccelle, ma al contempo non sfigura più di tanto.

JOSH RICHARDSON: 6

Molto bene dalla lunga distanza (2/4), tira complessivamente col 5/12 dal campo. Non spicca certo come un trascinatore della franchigia della Florida, ma riesce comunque ad offrire un apporto abbastanza significativo alla causa, confezionando 12 punti.

HASSAN WHITESIDE: 7

Partita maestosa del dominante centro degli Heat, la cui aggressività iniziale è dovuta in gran parte proprio all’ottimo approccio del classe ’89 alla gara. Segna con disarmante facilità e sotto canestro è davvero difficile da contenere: conclude la sua ottima serata con una doppia da 22 punti e 13 rimbalzi e il 68,7% al tiro (11/16), ma non basta per evitare la sconfitta a Miami. Da registrare, inoltre, ben sette palle perse.

WAYNE ELLINGTON: 5,5

Meno cinico al tiro rispetto al solito, le sue statistiche risultano insolitamente basse dalla lunga distanza (3/11), suo cavallo di battaglia, tant’è che è attualmente il terzo giocatore per triple segnate nella lega. Trova comunque il modo di segnare 13 punti, ma con maggiore precisione il suo bottino sarebbe stato più considerevole.

KELLY OLYNYK: 5,5

Riesce a mettere a referto 10 punti dalla panchina, tirando efficacemente in area (4/5) e con scarsa incisività dalla lunga distanza (0/4). Poco saggia la scelta di provarci costantemente da tre, visto che le sue triple non sortiscono mai gli effetti sperati e in due occasioni tira un airball. Fa registrare, inoltre, ben tre palle perse.

 

HOUSTON ROCKETS

 

JAMES HARDEN: 7

Nel bene e nel male, Houston può contare su Harden. Il Barba è ormai tornato ai livelli pre-infortunio e lo dimostra con una prestazione molto positiva, segnando 28 punti, distribuendo 5 assist e facendo registrare anche 2 palle recuperate e altrettante stoppate. In alcune occasioni forza il tiro, in altre stupisce per la facilità con cui riesce a far sembrare semplici tiri tutt’altro che scontati. Ottima l’intesa con CP3 e con Capela, che beneficia dei suoi geniali passaggi.

CHRIS PAUL: 6,5

Come al solito riesce ad essere decisivo nei momenti che contano e a mettere la firma sulla vittoria dei Rockets, ottenuta dopo una non semplice rimonta propiziata anche dall’ennesima serata da ricordare per CP3, autore di 16 punti, 6 rimbalzi e 6 assist con 6/13 al tiro e un ottimo 3/5 dalla lunga distanza. Il duo con Harden è sempre più affiatato e i Rockets sognano.

ERIC GORDON: 5,5

Riesce sì a mettere a referto 16 punti uscendo dalla panchina, ma insolitamente tutti in area. Ottime, infatti, le statistiche al tiro da due (6/8), pessime quelle dalla lunga distanza (0/7). Tra Golden State e Miami, ha tirato 0/16 da tre, dato piuttosto inusuale se si considera che Gordon è uno di quei giocatori abituato a far centro in scioltezza da dietro l’arco.

CLINT CAPELA: 6,5

Nella prima fase di gara è meno coinvolto rispetto al solito, poi esce fuori con tutta la sua grinta e la sua personalità e dà il consueto contributo determinante per la vittoria dei suoi. Anche contro gli Heat fa registrare ottime statistiche (6/10 al tiro e 2/5 dalla lunetta), concludendo la sua gara con 14 punti e 8 rimbalzi.

P.J. TUCKER: 6

Tanta sostanza e grinta di cui beneficiano i compagni nell’attuare la rimonta. Esce con la personalità giusta dalla panchina, come spesso avviene, e risulta a dir poco impeccabile al tiro (3/5), in particolar modo dalla lunga distanza (3/4), confezionando così 9 punti di fondamentale importanza.