Il futuro di Chris Bosh è ancora un’enigma la cui risoluzione è tutt’altro che vicina. Dopo essere stato tagliato dal roster dei Miami Heat in seguito ai ripetuti problemi di salute che lo hanno attanagliato negli ultimi anni trascorsi in NBA, l’ex Toronto Raptors sembrava ormai vicino al ritiro dal basket, salvo poi annunciare di avere intenzione di lavorare per tornare al più presto in campo.

 

Dopo aver vinto due titoli in carriera con la maglia degli Heat al fianco di LeBron James e Dwyane Wade, Bosh è stato suo malgrado protagonista di un lungo calvario, saltando gran parte della stagione 2014-2015 e di quella 2015-2016 e tutta l’annata 2016-2017, concludendo in maniera ingloriosa la propria esperienza di sette anni in Florida. Il presidente della franchigia Pat Riley ha deciso di omaggiarlo ritirando la sua maglia numero 1, ma Bosh non si è dato per vinto e non ha mai accettato l’idea di dover obbligatoriamente prendere la strada del ritiro.

 

Il quasi 34enne originario di Dallas, dunque, potrebbe presto tornare a calcare i parquet di NBA, facendo felici i tanti appassionati e fan che farebbero carte false pur di rivederlo giocare ancora per qualche anno. Nonostante le numerose difficoltà incontrate negli ultimi anni di carriera, infatti, Bosh è stato in grado di imporsi come uno dei migliori nel suo ruolo, mettendosi dapprima in mostra tra le fila dei Toronto Raptors, insieme a Vince Carter, e dando poi un contributo enorme ai due titoli consecutivi vinti dai Miami Heat, nel 2012 e nel 2013.

 

Nonostante spesso e volentieri in molti attribuiscano soltanto a LeBron James e Dwyane Wade i meriti dei trionfi della franchigia della Florida, è bene ricordare che il classe ’84 fu protagonista assoluto delle due straordinarie cavalcate degli Heat. Indimenticabile, ad esempio, il rimbalzo catturato sul 95-92 per i San Antonio Spurs a pochi secondi dal termine di gara-7, con seguente assist per la tripla vincente di Ray Allen che mandò la gara all’overtime e permise poi a Miami di aggiudicarsi l’anello.

 

Oltre a ciò, Bosh si è rivelato un giocatore polivalente, in grado non soltanto di catturare una quantità industriale di rimbalzi, di farsi valere sotto le plance e di effettuare poderose schiacciate con una facilità disarmante, ma diventando anche un discreto tiratore da dietro l’arco. Se è vero che rivederlo in campo fino a poche settimane fa appariva un’utopia, è pur vero che ad oggi un suo ritorno in NBA appare tutt’altro che impossibile.

 

Bosh ha dichiarato che starebbe lavorando per tornare al più presto a giocare e che gli piacerebbe farlo in una squadra competitiva ed in grado di lottare sin da subito per il titolo, in modo da permettergli di concludere gli ultimi anni della sua carriera con la possibilità di recitare un ruolo di primo piano in ottica anello. Alla luce di tutto ciò, una squadra ideale per l’undici volte All-Star potrebbe essere Golden State, già campione nel 2015 e nel 2017, in entrambi i casi contro i Cleveland Cavaliers dell’ex compagno di squadra LeBron James.

 

Tra le fila dei Warriors, Bosh potrebbe adattarsi a meraviglia al gioco della squadra guidata da coach Steve Kerr, anche e soprattutto in virtù della sua sopracitata capacità di tirare da tre punti. Oltre a ciò, rappresenterebbe un innesto di qualità e di valore innegabili per un quintetto già stellare, rispetto all’attuale centro titolare Zaza Pachulia. Da non scartare un’altra ipotesi affascinante, ossia gli Houston Rockets. In seguito al ritorno di LeBron James a Cleveland nell’estate 2014, Bosh fu vicinissimo a trasferirsi ai Razzi, salvo poi rinnovare con gli Heat per cinque anni.

 

A Houston potrebbe ritagliarsi uno spazio importante al fianco dei vari James Harden e Chris Paul, alternandosi con il centro titolare Clint Capela o con l’ala grande Ryan Anderson, fino a giocarsi le sue chance per un posto da titolare. Bosh, dunque, rinforzerebbe ancor più una second unit già piuttosto ben strutturata e probabilmente un giocatore del suo calibro costringerebbe Mike D’Antoni a rivedere il suo scarso ricorso alle rotazioni.

 

Dopo che Dwyane Wade ha lasciato i Cleveland Cavaliers per tornare ai Miami Heat, LeBron James potrebbe tornare a condividere lo spogliatoio con uno dei suoi compagni ai tempi di Miami. I Cavs si stanno riprendendo dopo un periodo tutt’altro che positivo, in cui si è anche infortunato Kevin Love, utilizzato tra l’altro come centro in varie occasioni, senza risultati degni di nota per ciò che concerne la fase difensiva.

 

Con un Bosh in più nel roster, coach Lue non avrebbe avuto così tanti problemi nel far fronte all’infortunio dell’ex Minnesota e ai problemi difensivi. Oltre a ciò, l’ex Raptors farebbe comodissimo alla franchigia dell’Ohio anche e soprattutto dopo la cessione di Channing Frye ai Lakers ed avrebbe l’occasione di chiudere la carriera al fianco dell’amico LeBron James. Un’altra ipotesi affascinante è quella legata ai Boston Celtics, rivali storici dei Miami Heat negli anni dei due titoli vinti dalla franchigia della Florida. Anche la squadra di Brad Stevens ha sofferto e non poco nel ruolo di centro, pescando Greg Monroe dai free agents. Chissà che Bosh non possa fare al caso loro.

 

L’ultima ipotetica destinazione, probabilmente la più romantica, è quella che porterebbe Chris Bosh a tornare ad indossare la canotta dei Toronto Raptors, squadra che lo scelse al Draft con la quarta scelta assoluta nel 2003, dopo LeBron James, Darko Milicic e Carmelo Anthony e prima di Dwyane Wade. In Canada, Bosh ha disputato le prime sette stagioni della sua carriera e nel suo ultimo anno ha condiviso il parquet con l’attuale leader e principale punto di riferimento della squadra DeMar DeRozan. I Raptors sono cresciuti tantissimo negli ultimi anni, tant’è che attualmente sono primi ad Est, ma probabilmente non hanno ancora l’esperienza necessaria che un giocatore come Bosh potrebbe garantirgli tranquillamente.