La Regular Season 2017/2018 si appresta alla conclusione; anni di sorprese ed anni di conferme in entrambe le Conference.

Nella Eastern Conference le squadre che accederanno alla Post Season sono già che definite, solo l’ordine alla griglia playoff può variare nelle ultime giornate.

L’ultimo infortunio di Kirie Irving che non gli permetterà di disputare l’ultima parte della stagione, fa spostare gli equilibri: Boston senza il suo play perde davvero tanto dal punto di vista offensivo e le possibilità di vincere un anello si riducono drasticamente.

La finale sarà presumibilmente Raptors vs Cavaliers.

Nel selvaggio Ovest vi è una grande ed appassionante lotta all’ultimo colpo per accaparrarsi un posto playoff: dalla quarta alla decima posizione tutto è ancora in gioco ed ogni partita risulta decisiva.

Se Golden State Warriors, Houston e Portland sono già sicure dell’accesso alla Post Season, questo non lo si può dire di una franchigia che ha abituato gli appassionati ad sua una presenza fissa; stiamo ovviamente parlando di San Antonio Spurs.

Gli Speroni hanno vissuto una stagione altalenante, fatta di numerosi alti e bassi e di un sistema di gioco variato per facilitare LaMarcus Aldridge ed il suo apporto in campo, dopo i “capricci” dell’ estate.

La squadra texana si appresta a concludere la ventunesima stagione con un record vincente in NBA (la seconda è Utah a 19 dall’1985-2004), ma nonostante questo trend alla squadra sembra mancare qualcosa per competere con Rockets e Warriors.

Ciò che manca non è una second unit all’altezza, non manca l’atteggiamento volto sempre e solo alla vittoria, non manca un allenatore preparato; no, non manca tutto questo.

Eh no, quest’anno a San Antonio è mancato per quasi tutto l’anno (solo 9 partite in totale) il loro uomo franchigia, il giocatore su cui fare affidamento per i prossimi 10 anni, il nuovo Duncan per molti: Kawhi Leonard.

Leonard è scomparso dai radar in seguito all’infortunio subito nelle finali di Conference dello scorso anno da parte di Zaza Pachulia che ne ha compromesso la serie finale e l’intera stagione successiva.

Un silenzio assordante che ha turbato i tifosi della squadra nero-argento.

In Texas preferiscono “lavare i propri panni sporchi in casa” senza che rumours o voci influenzino l’umore e l’andamento della squadra.

Forse è stato questo il problema; dall’infortunio di Kawhi non si è saputo molto, se non qualche schiva e rapida dichiarazione di Pop o dai compagni di squadra o dallo stesso Leonard; ma tutto in una maniera molto fumosa e poco chiara.

Il tempo passa e i dubbi non si risolvono: Leonard continua a non scendere in campo nonostante i medici abbiano dato il via libera all’attività atletica, Popovich nega sostenendo che il numero 2 non sarà arruolabile per la stagione in corso e i compagni non sanno che posizione prendere.

Cosa sta dietro a tutta questa nube di dubbi?

Gli esperti parlano di un rapporto al minimo storico tra Leonard e San Antonio, il giocatore vuole cambiare aria dopo le delusioni ricevute negli ultimi anni: un rinnovo contrattuale al massimo salariale mai preso in considerazione, il progetto San Antonio quasi volto alla conclusione e di franchigie che sarebbero pronte a ricoprire di dollari e fama il giocatore di Riverside.

E quindi qui giungiamo alla domanda più importante: dove potrebbe finire Kawhi?

Los Angeles Lakers

Nei giorni scorsi Nate Robinson ha rilasciato delle piccanti dichiarazioni relative alla volontà di Leonard; il ragazzo vorrebbe tornare a casa e la sponda Los Angeles Lakers farebbe gola a tutti.

Sicuramente la squadra di LA non avrebbe problemi economici ad acquisire il numero 2 di San Antonio, ma i dubbi nascono dalle scelte che la franchigia gialloviola potrebbe esercitare.

Si sa, la città di Los Angeles vorrebbe Lebron James come uomo franchigia: nessuno è paragonabile al Re e lui ha la priorità su tutti, ad ogni prezzo.

C’è anche Paul George, desideroso di tornare a casa e di vincere il tanto sognato anello o anche DeMarcus Cousins, per nominare un altro All Star.

I nomi sono tanti e continueranno ad esserci fino all’apertura della free agency: Kawhi è uno di quelli.

 

Boston Celtics

Altra voce di corridoio parla di un interesse da parte dei Boston Celtics, disposti a cedere Brown, Rozier e Marcus Morris per arrivare a Leonard.

Dovesse andare in porto, “The Claw” si potrebbe ritrovare a ricoprire il ruolo di guardia come ad inizio carriera, vista la presenza di Gordon Hayward e Tatum nel ruolo di ala piccola.

San Antonio accoglierebbe 2 giovani prospetti su cui Popovich potrebbe lavorare e plasmarli secondo le sue idee di gioco e un veterano come Marcus Morris; esperienza a servizio dei giovani.

Già l’estate scorsa Leonard e Irving avevano rischiato di poter condividere il parquet insieme (era noto l’interesse di Irving di indossare la casacca nero argento), ma non se ne fece nulla.

Sarà l’anno buono?

 

Cleveland Cavaliers

Ultimi rumours in ordini di tempo parlano di un interesse concreto da parte dei Cleveland Cavaliers (che strano) nei confronti dell’ala piccola.

Il roster di Cleveland ha subito una rivoluzione che in pochi ricordano nella storia dell’NBA e la situazione non sarà stabile e tranquilla fino alla “Decision” che Lebron prenderà quest’estate: restare ancora o tentare l’avventura in franchigie più blasonate (Los Angeles in testa).

Fino a quel momento Cleveland galleggerà in un mare d’ indecisione: se James partisse ci sarebbe una squadra da rifondare totalmente o nel caso contrario, il Re vorrebbe una squadra all’altezza per fronteggiare Golden State o Houston.

Cleveland sarebbe disposta a mettere sul piatto Tristan Thompson, Cedi Osman, George Hill ,vecchio pupillo di Pop, e la scelta dei Brooklyn Nets (verosimilmente nelle prime 7).

La trade sarebbe ancora da imbastire e definire, ma San Antonio guadagnerebbe un play d’esperienza come Hill che faciliterebbe l’uscita di scena di Parker e il continuo inserimento di Murray in quintetto.

Un’ alta scelta al draft porterebbe un giovane di qualità nel roster su cui costruire il futuro della squadra, insieme al già citato Murray.

A Cleveland nascerebbero i nuovi Big Three: Lebron James, Kawhi Leonard e Kevin Love: un trio che farebbe tremare qualsiasi team.

Questi ultimi mesi saranno decisivi per definire il futuro del ragazzo di Riverside partendo innanzitutto dal ricucire o meno il rapporto con la dirigenza; se i playoff non dovessero arrivare e il progetto non dovesse essere abbastanza ambizioso, Leonard potrebbe prendere la sua “Decision”.

Siamo convinti che per l’MVP delle Finali del 2014, ci sarebbe la fila.

 

Stefano Gabana