Lebron James, Paul George, Klay Thompson, Isaiah Thomas, Kawhi Leonard, DeMarcus Cousins, ma anche Anthony Davis, Andrew Wiggins, John Wall. Questi sono i nomi più caldi e chiacchierati del momento e numerose sono le domande che stanno circolando attorno a loro: Thomas tornerà ad essere un All Star? E dove? Paul George, rimarrà ad Oklahoma con RW? Wiggins diventerà una Superstar o rimarrà per sempre un giovane incompiuto? E Leonard? Che casacca indosserà la prossima stagione?

In questo articolo ci soffermeremo sulla questione Kawhi in casa Spurs, MVP delle finali nel 2014. Leonard ha saltato quasi l’intera stagione 2017-2018, solo 9 partite in totale, inizialmente a causa dell’infortunio rimediato nelle Finali di Conference dell’anno scorso. Quello scontro di gioco ha portato Kawhi a chiudere anzitempo le sue finali e “consegnando” la vittoria in mano a Golden State. Dopo mesi di assenza, Leonard torna in campo e tutto sembra risolto: Kawhi si reintegra perfettamente nel “nuovo” sistema Spurs mantenendo buone medie: 16,2 punti a partita, 2,3 assist, 6,2 rimbalzi e 2 palle rubate a partita. Dopo 9 partite però, il nome di Kawhi Leonard non comparirà più nell’elenco dei convocati di San Antonio giustificando l’assenza della Superstar per un problema al quadricipite, nonostante voci di corridoio parlino di un malcontento di “The Claw”. Si parla di un rapporto al minimo storico tra la dirigenza ed il giocatore di Riverside, ma nulla è stato veramente confermato: difficilmente San Antonio fa trapelare notizie  dallo spogliatoio.  Nei mesi se ne parlerà parecchio: il rientro di Kawhi è già un mistero e come ovvio che sia, si a fantastica sulla su prossima squadra.

Tante le franchigie che si sono fatte avanti, chi in maniera più diretta e chi meno.  L’ultimo in ordine di tempo è la guardia dei Portland Trail Blazer C.J. McCollum, che poco prima dell’inizio dei Playoff ne parla così durante il suo Podcast:

 

“È una situazione molto difficile a San Antonio, la metto in questo modo … (Kawhi) viene dalla California, c’è molto spazio salariale in California”

 

Dichiarazioni nemmeno troppo velate da parte di McCollum che fanno leva sulla possibile volontà di Leonard di tornare vicino a casa: meta molto gradita oltre alla rinomata e chiacchierata Los Angeles. Il back-court dei Blazers è uno dei migliori della Lega e The Claw non avrebbe problemi ad inserirsi nel sistema di gioco di Portland. La squadra della California infatti non dispone di un reparto lunghi all’altezza di una contender per il titolo: Turner, Aminu, Nurkic sono sì buoni giocatori, ma non di più. Nelle partite in cui il binomio Lillard-McCollum non offre le sue migliori prestazioni, la squadra rimedia spesso sconfitte e la serie appena conclusa con New Orleans ne mette in mostra tutte le lacune.

La R.I.P. City dipende molto dalla buona forma (e fortuna) delle sue Point Guard e lo sanno anche in California, se vuoi essere una contender ed avvicinarti al livello di Houston e Golden State, hai bisogno di ulteriori soluzioni offensive e Leonard si incastrerebbe perfettamente in questo quadro. L’ala garantirebbe punti da ogni parte del campo, vista la enorme duttilità e precisione al tiro. I suoi enormi progressi negli ultimi anni in fase realizzativa (difensivamente era già un mostro) lo hanno portato a classificarsi terzo nella corsa all’MVP nell’anno precedente e acquisirlo sarebbe una scorciatoia verso il successo.

Dovesse chiudersi questo affare, Portland sarebbe una contender nel selvaggio Ovest pronti sovvertire l’egemonia di Golden State. Intanto McCollum ha lasciato un messaggio al collega; non ci resta che aspettare quest’estate, sarà davvero rovente.