James Harden merita il titolo di MVP. Tutti gli addetti ai lavori sembrano essere d’accordo, le recenti dichiarazioni di Kobe suonano come una sentenza e il barba sembra voler ribadire il concetto anche in questo inizio di playoff.

Clint Capela finirà di certo in uno dei quintetti all-defense. Il francese ha trovato la sua dimensione perfetta nella gabbia difensiva di coach D’Antoni che vive di continui cambi di marcatura dimostrando di poter difendere contro tutti e 5 i ruoli; offensivamente niente definisce meglio Capela di quel 65,2% alla voce FG% ( migliore della lega ).

Questi due giocatori, in un sistema offensivo che predilige il tiro nei primi secondi dell’azione e che ha fatto grandinare triple in tutti i palazzetti degli states, hanno dato vita a quella che oggi è la giocata più devastante della lega, un rompicapo che ancora nessuna difesa sembra essere in grado di risolvere: il Pick & Roll!

Si, il caro vecchio Pick & Roll, una giocata tanto semplice quanto devastante se ad eseguirla sono pointguard e centro degli Houston Rockets. Approfondiamo:

  • Il Pick & Roll nella sua versione classica è un gioco a 2 tra chi porta la palla e chi porta il blocco per poi “rollare” a canestro. La difesa inizialmente ha tre scelte : passare dietro al blocco rischiando di concedere una tripla ma prevenendo la penetrazione, cambiare sul blocco rischiando il mismatch oppure tentare di tenere le marcature e andare oltre il blocco intercettando ( o inseguendo ) il portatore di palla e il rollante.

    L’ipotesi 1 equivale ad un suicidio contro il barba, l’ipotesi 2 comporta crisi esistenziali per i lunghi di tutta la lega. Non resta che l’ipotesi 3 : inseguire il barba, compito ai limiti dell’impossibile ( chiedere a Butler per delucidazioni in merito ).

In NBA vige una regola difensiva che dice di optare sempre per il male minore ed è per questo che le difese hanno per tutta la stagione scelto di non cambiare mai sul pick&roll contro Houston, inseguendo Harden e Capela per poi tentare di difendere in 2 vs 2 a giocata in corso.

Facile no? No:

  • Difendere in 2 vs 2 contro Harden e Capela è impossibile. Nessuno sembra esserne in grado e il motivo è semplice : ogni scelta è quella sbagliata.

    Forzare su Harden vuol dire concedere lo spazio a Clint per andare al ferro ad aspettare il lob o l’eventuale rimbalzo, tenere Capela lontano dal ferro vuol dire concedere la penetrazione ad Harden ( primo per tiri liberi tentati e realizzati, miglior scorer della lega, fate voi…)

La stagione fortunatamente è lunga e col tempo le difese hanno iniziato a pensare che l’unico modo per fermare questa macchina dei popcorn targata D’Antoni fosse difendere il pick&roll in 3 vs 2 chiedendo l’aiuto di uno degli esterni in modo da poter proteggere la penetrazione e rendere più difficile il lob ad Harden.

Problema risolto no? Non proprio:

  • Costringere un esterno ad aiutare su ogni penetrazione del barba vuol dire lasciare sistematicamente qualcuno libero in giro per il campo ( spesso in angolo se il pick&roll parte in punta ) e lasciare un uomo libero contro Houston vuol dire dare inizio al temporale di triple.

    Ed è qua che emerge come contro questo pick&roll si possa solo soffrire e pregare. Tentare di impedire a questa giocata di essere efficace vuol dire avvolgersi in una spirale di scelte difensive che il macchiavellico coach D’Antoni si aspetta, pronto a sfruttarle per innescare la sua macchina da guerra permettendo ai vari Green, Tucker, Ariza, Gordon etc di aprire il fuoco con regolarità dall’arco.

Non solo triple dunque alla base della stagione straordinaria degli Houston Rockets, ma una tattica capillare e complessa capace di esaltare le qualità di tutti i giocatori di un roster creato ad hoc.

Pick&Roll, difesa mobile e tanti tiri da tre, concetti tanto semplici quanto devastanti se applicati dall’MVP e compagni.

Maurizio Soddu