Dopo l’inaspettata sconfitta rimediata in gara-2 al Toyota Center, gli Houston Rockets si rialzano immediatamente con una prestazione di gran carattere e forza, imponendosi con un netto 113-92 alla Vivint Smart Home Arena di Salt Lake City contro i padroni di casa degli Utah Jazz. Trascinati dall’atomico backcourt Paul-Harden (40 punti, 11 rimbalzi e 18 assist in due) e dall’ottimo apporto di Eric Gordon dalla panchina, gli ospiti si portano sul 2-1 nella serie, cogliendo una preziosa vittoria in trasferta. Per la squadra di Mike D’Antoni ben cinque giocatori in doppia cifra, appena tre per quella di Quin Snyder, in cui deludono Donovan Mitchell, Joe Ingles e Jae Crowder, grandi protagonisti nel successo in gara-2 a Houston e, più in generale, del percorso più che positivo fin qui dei Jazz in post season.

 

HOUSTON ROCKETS

 

CHRIS PAUL: 6,5

Pur non tirando in maniera particolarmente impeccabile da dietro l’arco (14,3% con 1/7), offre una prestazione più che positiva, con 15 punti, 7 rimbalzi, 6 assist, una palla recuperata e il 50% da due (5/10), esibendosi in numerose giocate d’alta scuola. 

JAMES HARDEN: 7,5

Non particolarmente ispirato dalla lunga distanza (25% con 2/8), il Barba trascina comunque i suoi alla vittoria con una bella doppia doppia da 25 punti, 4 rimbalzi, 12 assist, 2 palle recuperate e una stoppata e un buon 47% al tiro (8/17).

TREVOR ARIZA: 7

Dá un contributo enormemente importante in entrambi i lati del campo, concludendo la sua serata con 11 punti, 3 rimbalzi, 2 assist, una palla recuperata e una stoppata col 50% dal campo (4/8) e il 40% da tre (2/5), ma soprattutto con un plus/minus di +40, il più alto fra i suoi compagni. 

ERIC GORDON: 7

Torna a rivedersi il Gordon delle migliori occasioni, dopo numerose prestazioni tutt’altro che memorabili nelle recenti uscite: il Sesto uomo della regular season 2016-2017 mette a referto ben 25 punti, 2 rimbalzi e una palla recuperata in uscita dalla panchina, tirando col 61,5% dal campo (8/13) e col 50% dalla lunga distanza (4/8).

CLINT CAPELA: 6,5

Si limita, si fa per dire, a 11 punti, 8 rimbalzi, 4 assist, 2 palle recuperate e 4 stoppate con un ottimo 62,5% al tiro (5/8), risultando come di consueto determinante sia in attacco che in difesa. 

 

UTAH JAZZ

 

RAUL NETO: 6,5

Uno dei pochi a salvarsi nella disfatta dei suoi Jazz. Il playmaker brasiliano con cittadinanza italiana fa registrare 8 punti, 3 rimbalzi, 4 assist e 2 palle recuperate in appena 17’ in uscita dalla panchina, con un più che positivo 50% al tiro (2/4) e il plus/minus più alto tra i suoi (+13).

DONOVAN MITCHELL: 5

Dopo numerose prestazioni degne di note tra le sei gare con gli Oklahoma City Thunder e le prime due con gli Houston Rockets, il rookie classe ‘97 non riesce a ripetersi, mettendo a referto appena 10 punti, un rimbalzo e 3 assist col 25% al tiro (4/16) e il 28,6% da dietro l’arco (2/7).

ROYCE O’NEALE: 7

Indubbiamente il migliore tra le fila dei Jazz: arrivato soltanto l’estate scorsa in NBA, l’ala piccola classe ‘93 fa registrare ben 17 punti, 5 rimbalzi e un assist con un ottimo 70% al tiro (7/10) e un più che dignitoso 60% dalla lunga distanza (3/5).

JAE CROWDER: 5

Situazione simile a quella di Mitchell per l’ex Boston Celtics e Cleveland Cavaliers, che non riesce a sfornare un’altra buona prestazione: per lui appena 7 punti, 5 rimbalzi e 3 assist col 16,7% al tiro (1/6) e il 33,3% da tre (1/3) in uscita dalla panchina. 

RUDY GOBERT: 6

L’apporto più che positivo del dominante centro francese non basta ai Jazz: il classe ‘92 sfiora la doppia doppia, mettendo a referto 12 punti, 9 rimbalzi, 2 assist e altrettante stoppate col 75% al tiro (6/8).