Alle porte della stagione regolare 2018/19 le squadre sono ormai completate, al lordo della Free-Agency e del Draft NBA. Le differenze fra Est ed Ovest sono ancora più nette soprattutto dopo il trasferimento di LeBron James ai Los Angeles Lakers, che ha sicuramente cambiato le gerarchie nella prima sopra citata.

E se c’è chi approda nella Western Conference per l’amore di una nuova avventura, l’altra faccia della medaglia recita esattamente il contrario, come nel caso di Jimmy Butler. Il nativo di Houston dopo essersi accasato con i Minnesota Timberwolves la scorsa estate ha avuto modo di confermarsi come leader di primissimo livello, che nell’immagine generale di coach Thibodeau potesse guidare al meglio le stelle più giovani come Andrew Wiggins e, soprattutto, Karl-Anthony Towns. Ma i rapporti fra i due giovani e il veterano si sono deteriorati ulteriormente durante questa Off-Season.

Il nervosismo ed il malcontento di Jimmy Butler, che ha da poco chiesto la cessione rifiutando un maxi contratto con i T’Wolves è dato dalla “poca etica del lavoro” soprattutto da parte del centro, accusato di avere più fame di “followers” sui social che di vittorie. La spaccatura è grave e netta, intollerabile da parte di tutti e tre i protagonisti della diatriba. Confusione totale che però viene accentuata dal front-office della franchigia, asserragliata nel silenzio riguardo una possibile cessione dell’ex-Bulls e divisa internamente: se coach Thibodeau non accetta nessuna chiamata dalle altre squadre per possibili scambi il GM Scott Layden è di tutt’altro punto.

Ma la questione che ci stiamo tutti ponendo è la seguente: è più grande l’ego di Butler o la sua fame di vittorie?. Leader è, leader vuole rimanere e se è ben cosciente sia della situazione dell’Ovest che della sua squadra sa perfettamente ciò a cui vuole puntare sin dal principio di questo discorso. Smuovere l’ambiente, dare uno scossone alla baracca T’Wolves che perde tanta, troppa concentrazione nei punti cardine delle partite. Se ne è finalmente accorto Towns e, sembrerebbe, anche Wiggins che lo ha finalmente dichiarato:

“Tutto quello che so è che adesso è un mio compagno di squadra. E uno come lui lo vorresti sempre al tuo fianco. Poi, fuori dal campo, le persone possono dire quello che vogliono.”

ha poi continuato, riferendosi all’importanza di Butler nella squadra:

“Lui è un vincente. In questo momento sembra che si trova in un posto che non è il suo. Ma sento che, in ogni caso, lui darà il massimo.”

Comanda Jimmy, ma ha bisogno dei suoi vassalli e finalmente, sembra, se ne stiano accorgendo.