Giornata interessante la prima di NBA che ci ha regalato, più che sorprese eclatanti, certezze decisamente gradite. Le grandi non hanno deluso, con Boston che vince contro Philadelphia grazie ad un ottimo Tatum (e al grande ritorno in campo di Gordon Hayward), gli stessi Sixers che si rifanno contro Chicago senza contare le grandi dell’Ovest che non tradiscono le attese, a meno di una soltanto: Los Angeles Lakers.

In Oregon la maledizione è dura a morire, contro i Trail Blazers non si vince da ben 16 partite consecutive, non c’è veramente storia nel corso del match e Lillard e compagni sono rimasti in controllo della partita per la maggior parte del tempo; ma è chiaro che al Moda Center l’attrazione principale era LeBron James ed il suo esordio con i gialloviola, che ha suscitato indubbia curiosità per tutti gli appassionati.

Il tabellino recita 128-119 per i padroni di casa, guidati da Damian Lillard (28 punti, 4 assist, 6 rimbalzi), C.J. McCollum (21 punti, 1 assist, 5 rimbalzi) e al sorprendente Nik Stauskas, autore di una grande prova da 24 punti con il 62% dall’arco. Dall’altra parte invece esordisce bene James, con una prova più incentrata sul coinvolgimento dei compagni nella manovra offensiva, che nella prestazione individuale in sé.

Ha raccolto il guanto della sfida, perché è esattamente di questo che si tratta. Non ha utilizzato neanche una sola frase riguardo alla parola “Titolo”, è un campione navigato e sta imparando a farsi conoscere dai compagni, a portarli verso una mentalità vincente. Per questo in Free Agency ha richiesto veterani come Rondo, Beasley, Stephenson e McGee, il più delle volte abiutuati a vincere. Gli importa certamente del risultato, ma ancor di più dell’aspetto mentale e dell’approccio alle partite che ritiene debbano avere le prossime stelle Lakers. Ha intravisto un grande potenziale in Kuzma, Ball ma soprattutto Ingram, ormai arrivato, sempre secondo James, alla grande maturazione. Non ha fretta e si nota anche da una frase che, telecamere e microfoni, suono riuscite a immortalare: nel momento in cui Kyle Kuzma cade a terra in seguito ad un contatto si rialza immediatamente. Qui, non a caso, James richiama a sé lo stesso Kuzma, Hart, Ingram e Rajon Rondo

“Anytime you fall, stay down.. your brother will come to pick you up”

Letteralmente: “Ogni volta che cadi rimani giù, un tuo fratello arriverà per tirarti su”. Per chi lo stesse pensando non è assolutamente una semplice frase fatta da parquet NBA, ma IL Mantra a cui i Lakers dovranno affidarsi. Vuole ricreare l’ambiente che ha perso in casa Cavaliers nella scorsa stagione, da vero Leader qual è vuole creare quella feed di fiducia che, inevitabilmente, migliora le prestazioni non del singolo, ma di tutto il roster della squadra. Non ha fretta, è la sua sfida e intende portarla a termine: richiederà tempo? Sicuramente, ma il talento e la voglia ai Lakers non mancano.