Nell’era in cui sempre più campioni chiedono di essere ceduti appena le cose non vanno nel verso giusto, c’è ancora spazio per le grandi dinastie: una su tutte potrebbe essere quella dei Philadelphia Sixers, che hanno finalmente trovato il modo di avviare il tanto famoso “The Process” dopo tanti anni di tanking e scelte alte al Draft.

Le tante rinunce della franchigia della Pennsylvania le hanno permesso di accaparrarsi giocatori del calibro di Ben Simmons e Joel Embiid, formidabile duo cui i Sixers hanno affiancato l’esperienza e il talento dei vari Jimmy Butler, Tobias Harris, J.J. Redick, Mike Scott e Boban Marjanovic.

Philadelphia può competere per un posto alle Finals, inutile girarci intorno. Certo, la concorrenza è piuttosto serrata anche a Est, con Milwaukee, Toronto e Boston pronte a dire la loro (nella lista delle pretendenti al trono della Eastern Conference ci sarebbe dovuta essere anche Indiana, ma l’infortunio di Oladipo ha scombussolato i piani di quella che resta comunque una mina vagante), ma Philly non ha intenzione di restare a guardare.

“Tantissimi giocatori hanno chiesto di essere ceduti, è una cosa piuttosto frequente, ma non è il caso di me e Joel. Noi vogliamo restare a lungo qui a Philadelphia e vincere un titolo con questa squadra.”, ha dichiarato in merito Ben Simmons, detentore del premio di Rookie of the Year.

Attualmente terzi in classifica a Est con 43 vittorie e 25 sconfitte, i Sixers sono una delle squadre più intriganti e talentuose della lega e hanno rafforzato il roster prima della trade deadline, liberandosi di scelte, giovani e esuberi per accogliere Tobias Harris, Mike Scott e Boban Marjanovic dai Clippers e James Ennis dagli Houston Rockets, in modo da sopperire alle cessioni di Robert Covington e Dario Saric, girati ai Minnesota Timberwolves per Jimmy Butler.