Divenuto titolare nel corso di questa stagione, Eric Gordon è sempre più fondamentale per i suoi Houston Rockets. Pedina insostituibile nel sistema di gioco di coach Mike D’Antoni, EG ha ritrovato sé stesso in Texas dopo essere stato frenato da numerosi problemi fisici tra Los Angeles Clippers e New Orleans Pelicans, tanto da riuscire a vincere il premio di Sesto uomo dell’anno nel 2016-2017, in virtù di medie di 16.2 punti, 2.7 rimbalzi e 2.5 assist col 41% al tiro e il 37% da dietro l’arco in 75 presenze.

Lo scorso anno, sempre da riserva di lusso, Gordon ha migliorato leggermente la sua produzione offensiva, chiudendo la stagione con 18 punti, 2.5 rimbalzi e 2.2 assist col 43% dal campo e il 36% dalla lunga distanza in 69 apparizioni, mentre nella regular season da poco conclusasi ha vissuto una prima parte piuttosto in salita, soprattutto a causa dell’andamento negativo dei suoi (11-14 il record dei Razzi a inizio dicembre).

A risollevarlo ci ha pensato lo stesso uomo che aveva deciso di puntare su di lui non appena era arrivato sulla panchina dei Rockets, ossia Mike D’Antoni, che ha pensato bene di spostarlo in quintetto in luogo dell’allora titolare James Ennis (poi spedito via trade ai Philadelphia Sixers prima della trade deadline dello scorso febbraio). Il classe ’88 ha chiuso la sua terza stagione in Texas con medie di 16.2 punti, 2.2 rimbalzi e 1.9 assist in 68 presenze, tirando col 41% dal campo e col 36% da tre.

Ben 53 le gare disputate in quintetto, più di quante ne aveva accumulate nelle sue prime due annate con la maglia dei Rockets (47, di cui 17 nel 2016-2017 e 30 nel 2017-2018), con le medie che salgono a 17 punti, 2.3 rimbalzi e 1.9 assist col 42% al tiro e un più che positivo 38% dalla lunga distanza.

Una mossa vincente che ha permesso ai Razzi di sterzare definitivamente e tornare sui livelli messi in mostra lo scorso anno, insieme con l’impeccabile gestione di Chris Paul e gli inserimenti dei vari Danuel House, Kenneth Faried e Austin Rivers. Gordon, insomma, è un tassello imprescindibile del mosaico dei Razzi, che hanno sempre fatto di tutto per trattenerlo a Houston, tanto da rinunciare a inserirlo nella trade per Chris Paul coi Los Angeles Clippers Clippers nell’estate 2017, cedendo loro Lou Williams, e in quella (poi sfumata) per Jimmy Butler coi Minnesota Timberwolves lo scorso ottobre.

Splash Gordon, dal canto suo, ha intenzione di rimanere a vita a Houston e ritirarsi con indosso la canotta dei Rockets. Il suo attuale accordo contrattuale (quadriennale da 53 milioni totali firmato il 9 luglio 2016) prevede poco più di 13 milioni e mezzo per la stagione attualmente in corso e poco più di 14 per la prossima, nel corso della quale le due parti in causa troveranno quasi sicuramente l’accordo per il rinnovo.