Nella scorsa stagione, i Washington Wizards hanno deluso ampiamente le aspettative, anche e soprattutto a causa del grave infortunio occorso a John Wall, costretto a operarsi e a chiudere la regular season dopo appena 32 partite giocate. Dalla prossima annata, il playmaker classe ’90 guadagnerà il massimo salariale (circa 171 milioni di dollari fino al 2023, di cui 38.2 l’anno prossimo), ma rientrerà soltanto nel 2020-2021.

Oltre alla grana Wall, i Wizards devono fronteggiare altre situazioni particolarmente spinose che bloccano il salary cap e rendono le possibilità di muoversi sul mercato pressoché nulla per la franchigia della capitale: in questo senso, la prossima estate scadrà il pesante contratto di Ian Mahinmi (15.4 milioni). Nel frattempo, Washington ha già fatto qualche mossa degna di nota per rinforzare la squadra.

Dopo aver scelto Rui Hachimura al Draft, primo giapponese nella storia a calcare i campi NBA, infatti, i Wizards hanno messo sotto contratto Isaiah Thomas al minimo salariale, dando un’occasione a un giocatore reduce da stagioni piuttosto altalenanti, ma che nel 2016-2017 visse un’annata memorabile e fu tra i candidati all’MVP con i Boston Celtics.

A rinforzare il reparto guardie arrivano anche Ish Smith, Jonathon Simmons e Isaac Bonga, rispettivamente ex Detroit Pistons, Philadelphia Sixers e Los Angeles Lakers, e Dwight Howard esercita la player option da poco più di 5 milioni per restare un altro anno nella capitale a stelle e strisce.

Liberatisi dei 20 milioni di Jabari Parker e degli 8.3 di Sam Dekker, i Wizards stanno pian piano ricostruendo la squadra attorno all’attuale uomo franchigia Bradley Beal, che potrebbe anche restare a Washington. In alternativa, il classe ’93, giovane e dal gran valore, potrebbe essere scambiato e in quel caso la franchigia della capitale chiederebbe giocatori e assets utili per accelerare il processo di rebuilding.