Il proprietario dei Dallas Mavericks è stato uno dei primi a sottolineare la gravità della situazione relativa alla diffusione del coronavirus, in particolar modo dopo la decisione della lega di rinviare la gara tra Oklahoma City Thunder e Utah Jazz in seguito alla positività al virus del centro della franchigia di Salt Lake City Rudy Gobert e di conseguenza sospendere la stagione fino a tempo indeterminato.

Nonostante in molti ritengano che non sia da scartare l’ipotesi che la stagione NBA venga definitivamente cancellata, Cuban resta ottimista: “Non credo che avverrà nulla del genere, si tratta solo di uno stop. Si potrebbe anche valutare la possibilità di ridurre il calendario, con 7-8 partite ciascuno e poi i playoff, magari anche a luglio o ad agosto. Storicamente le tv hanno sempre voluto che le finali si giocassero entro metà giugno, ma negli ultimi anni si sono diffusi nuovi mezzi per vedere le partite, quindi non credo che questa scadenza sia ancora vincolante come lo era in passato.”

Oltre a ciò, il quasi 62enne miliardario ha ancora una volta dimostrato di avere un cuore enorme, preoccupandosi immediatamente per il futuro di tutti i dipendenti dell’arena di Dallas. Questi, infatti, temevano di perdere il loro lavoro e non hanno certo gli stipendi multimilionari di giocatori, allenatori e dirigenti per fronteggiare una situazione del genere. Un rischio che, però, non li riguarderà, dato che Cuban ha avuto una splendida idea per dimostrargli la sua vicinanza, in tutti i sensi.

“Per tutte queste persone non è facile, vengono pagati ad orari. Potremmo chiedere loro di fare del volontariato in cambio e aiutarli in questo modo. Non ho ulteriori dettagli in merito, ma di certo è una cosa che mi sta tanto a cuore. Non li lascerò soli in un momento del genere.”, le parole di Mark Cuban, proprietario dei Mavericks dal 2000 e capace di portare a Dallas il primo anello nella storia della franchigia nel 2011.