Come, purtroppo, ben sappiamo, il Coronavirus sta mettendo in ginocchio il mondo intero, tanto che il numero dei contagi nel mondo è salito a 800 mila.

Anche gli altri stati dell’Unione devono fare i conti con un’emergenza mai vista prima, ma sono gli USA lo stato più colpito dal Covid-19.

In America, infatti, il numero dei contagi è di oltre 160 mila unità, con oltre 3 mila morti. Il vero problema, negli USA, è che il principale focolaio è una grande metropoli, New York.

Tutti gli sport si sono dovuti fermare, e tra questi ovviamente c’è anche l’NBA. Come tutte le altre leghe, anche il campionato americano di pallacanestro sta cercando un modo per poter finire la stagione.

Al momento, la Lega si sta concentrando non tanto sul “quando riprendere”, visto che nessuno ha delle prospettive certe, ma sul “come”.

L’opzione principale è quella di creare una bolla sicura in cui far scendere sul parquet le squadre, al massimo in una o in due città dove il contagio è basso.

Ovviamente è garantito il massimo livello di sicurezza – sia per quanto riguarda arene e alberghi che soprattutto per i test sul Coronavirus – in modo così da poter ricominciare e terminare la stagione.

Questo esperimento è già stato adottato dal campionato cinese, che però non ripartirà prima di maggio. Ovviamente il progetto prevede di giocare a porte chiuse, così da limitare al massimo gli assembramenti.

La città più indiziata dove poter terminare la stagione, al momento, è Las Vegas, dove si giocherà la prossima Summer League.

L’idea è quella di creare un campo in uno degli alberghi della Strip, così da mettere i giocatori dentro un unico palazzo. Questa soluzione garantirebbe tanto spettacolo, per vari motivi.

Ad esempio, permetterebbe di avere tutte le franchigie in un luogo iconico, dove lo spettacolo è di casa.

C’è anche l’opzione di terminare la stagione alle Bahamas. Anche qui, ovviamente, sarà garantito il massimo livello di sicurezza e si cercherà di mettere le squadre sotto a un unico tetto.

Terza, e per ora ultima, opzione è quella di giocare in un campus universitario nel Midwest, dove per ora i casi sono più bassi rispetto al resto del paese.

Ovviamente, come in Cina, qualunque sia la città scelta, si giocherà a porte chiuse e si cercherà di limitare al massimo gli assembramenti.

Prima di dare via il via a questo esperimento, però, ci sono tante variabili da tenere d’occhio. In primis, non è ancora possibile stabilire la data precisa della ripresa del campionato, se mai si riuscirà a ricominciare.

Inoltre, è vero che alcuni giocatori contagiati sono ormai guariti, ma c’è sempre il rischio che l’epidemia ritorni, e così il campionato dovrà nuovamente fermarsi e il mondo sarà nuovamente sotto schock.