Non è stata la partita che tutti ci aspettavamo Gara 5, Los Angeles Lakers e Phoenix Suns fino a questo momento ci avevano abituato nei 4 precedenti, a partite di quasi totale equilibrio tra le due squadre, nessuna delle quali aveva mai affondato un colpo facile, fino a stasera.

Uno scarto medio di differenza nella serie di 9.5 punti infatti non può lasciar presagire un punteggio di 115 a 85 in favore dei padroni di casa che mettono il risultato in ghiaccio già dal primo tempo, il cui il parziale recita: 66-36 in proprio favore. Riassumendo, non c’è mai stata partita. La comandano i Suns dall’inizio alla fine, i Lakers appaiono impotenti di fronte a Paul, Booker e compagni, che infliggono colpo su colpo una punizione esemplare agli acerrimi rivali. Non può nulla nemmeno Lebron James questa volta, che inizia bene nei primi minuti ma si spegne in un continuo calare fino alla resa ultima che decreta la sconfitta. L’assenza di Anthony Davis, infortunatosi in Gara 4 è pesantissima, il piano articolato da Coach Monty Williams la fa sembrare ancora più pesante.

Non potendo esercitare posizioni profonde appoggiando la palla in post a Davis infatti, i Suns si limitano se coì si può dire, a occupare l’area, negando completamente il pitturato ai giallo viola che sono costretti a convivere con le loro cattive percentuali al tiro da 3 punti (30.2% nella serie) e sprofondano subito, senza mai trovare la propria zona di comfort per costruire attacco. Il lavoro fatto nel contenere Lebron James è semplicemente sublime. i Suns difendono a muro su transizioni e pick and roll (sia che Lebron lo giochi da palleggiatore o da bloccante), non concedendo mai a James le consuete e pericolosissime scorribande a centro area, tattica che viene incentivata dall’ingombrante presenza di Andre Drummond, che non avendo soluzioni, a meno che non venga servito ad un metro dal ferro, non permette ai suoi di allargare il campo.

La difesa dei Suns contro Lebron

Transizione

I Suns non permettono a Lebron di penetrare, schierandosi a muro in situazioni di transizione.

Pick and roll centrale (Lebron Palleggiatore)

Anche in situazioni di pick and roll centrale, schierano un muro, concedendo invece l’arresto e tiro da 3 punti o comunque un “long-two” da appena dentro l’arco.
L’area è intasata e il taglio di Drummond non aiuta la spaziatura.

Pick and roll centrale (Lebron bloccante)

Quando Lebron blocca, l’idea dei Suns rimane sempre la stessa, riempire l’area e concedere il tiro da fuori ai Caruso, Morris, Kuzma, Matthews o Schroder della situazione.

Stessi principi quando riceve spalle a canestro

L’obbiettivo primario è quello di riempire l’area, facendo in modo che ci sia una presenza dominante come quella di DeAndre Ayton già dal momento in cui James riceve l’entry pass.
Poi se dovesse fronteggiare, fargli vedere presenza in area rimane sempre l’obiettivo principale. Il secondo è negargli totalmente la linea di fondo, costringendolo a metterla per terra verso il centro, dove lo aspetta Ayton. Il terzo è concedere un tiro dai 5-6 metri, che in caso dovesse prenderlo, comunque sarebbe contestato da un ottimo difensore come Jay Crowder.

L’ha preparata perfettamente coach Monty Williams, neutralizzare o comunque limitare il più possibile Lebron James era senza dubbio la priorità assoluta in questa partita. Non permettergli di controllarla, di prenderne possesso e non giocare al suo ritmo aumentava di tanto le possibilità dei Suns di portare a casa la vittoria, missione compiuta.

In attacco ci pensa Devin Booker

Inizia subito molto bene, infilando una gran tripla per rispondere al mini parziale di 5-0 Lakers che ha aperto la partita. Poi segna un fadeaway pazzesco in faccia a Marc Gasol che da il +3 ai suoi e non si guarda più indietro. Ne mette 18 con 7-10 al tiro nel solo primo quarto. Gioca una pallacanestro essenziale, ha un tocco sublime, Booker è sostanzialmente perfetto stasera. Costantemente in grado di andare a caccia dei suoi spot prediletti e punire la difesa che non gli entra mai sotto pelle, quando è in ritmo è di una classe e una purezza di fondamentali stordente l’ex Blue Devil. Ci hanno provato tutti a contenerlo, nessun risultato. Booker ha scherzato uno per uno tutti gli esterni dei Lakers e i parziali sono lì a dimostrarlo:

Marcato da Matthews: 12 punti, 5-8 dal campo.

Marcato da Caldwel-Pope: 12 punti, 5-7 dal campo.

Marcato da Caruso: 3 punti, 1-2 dal campo.

Marcato da Schroder: 2 punti, 1-3 dal campo.

Marcato da Morris: 2 punti, 1-1 dal campo.

Per lui ci sono 30 punti in 33 minuti conditi da 5 assist che dimostrano ancora una volta la leadership tecnica di un fenomeno assoluto che come tutti i ventiquattrenni di questo mondo può avere momenti di discontinuità, ma molto spesso, è la ragione primaria dei successi dei suoi Suns, quest’anno esattamente come nella bolla l’anno scorso. Sta consolidando la sua posizione nell’élite di questa lega di partita in partita e se Phoenix dovesse eliminare a sorpresa i campioni in carica, buona parte dei meriti andranno, come è giusto che sia, a mister Devin Booker.

Ad un passo dal baratro

I Lakers sono vicinissimi alla sconfitta e non sembrano in grado di ribaltare questa serie, c’è un dato che se possibile li condanna ulteriormente rispetto a quanto già lo faccia l’orrenda prestazione di stasera:

Nella storia dei playoffs, la squadra che ha vinto Gara 5, nell’82.5% dei casi ha anche portato a casa la serie, con un parziale oggettivo di 173-37. Questo per dire che i Lakers si trovano di fatto con le spalle al muro e non sarà facile strappare 2 vittorie consecutive ai Phoneix Suns, che perdendo eventualmente Gara 6 allo Staples Center, avranno la possibilità di giocare la settima in casa. I Lakers aspettano il ritorno di Anthony Davis che comunque potrebbe non bastare.