Finalmente la partita sofferta è arrivata, I Bucks vincono di misura contro i Nets in Gara 3 per 86-83 e riaprono la serie. Il punto esclamativo lo mettono due prestazioni livello 5 stelle di Khris Middleton e Giannis Antetokounmpo che segnano 68 punti su 83 di squadra. Sono loro a trainare Milwaukee fin dal primo quarto di gioco che si conclude sul 30-13 in favore dei padroni di casa, ma questa non è la notizia. In un primo quarto praticamente perfetto, dei Bucks, a referto vanno solo loro due, solo i due fenomeni con 15 punti ciascuno.

Dall’altra parte i Nets iniziano in sordina ma non sprofondano mai, ricuciono lo svantaggio nel secondo quarto e da quel momento in poi non si staccano più, il finale è combattuto e vanno ad un floater di distanza dal 3-0 nella serie. Ha la meglio Milwaukee che nel complesso ha meritato la vittoria.

Oltre i numeri di Giannis

Ci voleva un Antetokounmpo in versione MVP per sconfiggere i Brooklyn Nets e lo abbiamo visto: 33 punti, 14 rimbalzi tirando 14-31 dal campo è una prestazione da MVP e i Bucks hanno portato effettivamente a casa la vittoria tanto agognata.

I numeri di Giannis però, per scintillanti che siano, mettono in evidenza le crepe a livello offensivo e le problematiche di un’attacco, che nel corso di Gara 3 ha faticato e non poco, vediamo nel dettaglio:

Situazioni di gioco in cui viene impiegato Antetokounmpo in attacco.

Se analizziamo l’apporto offensivo in termini prettamente numerici (punti segnati) di Antetokounmpo e consideriamo la sua produzione di punti in attacco in relazione alle scelte fatte sul campo, ci rendiamo conto che quella del greco può essere considerata una prestazione tutto sommato mediocre, se paragonata ad altre superstar che giocano un volume di possessi offensivi comparabile.

Antetokounmpo produce attacco per i Milwaukee Bucks in 5 situazioni di gioco predominanti, che condizionano enormemente lo sviluppo offensivo della squadra. Viene coinvolto in situazioni stanziali in cui lui per primo è l’iniziatore del gioco ed ha la palla in mano fin da subito: “Palleggiatore o isolamento” nella tabella. Oppure viene servito in situazioni dinamiche, alle quali partecipa come bloccante sul Pick and Roll, come tagliante lontano dalla palla e poi ci sono tutte le situazioni di transizione. Lo Usage% (percentuale di possessi utilizzati da un giocatore rispetto a quelli disponibili per la squadra in tutta la partita) di Giannis in questi playoffs è 31.8%, un numero tutto sommato nella media se paragonato a quello di altre superstar: Donovan Mitchell 37.6%; Nikola Jokic 34.5%; Luka Doncic 39.1%. Il problema di Giannis è la povertà nelle scelte in attacco, derivate da problemi strutturali di educazione cestistica e mancanza di maturità in alcuni momenti della partita.

Salta all’occhio immediatamente il 6-19 dal campo con 1-8 da 3 punti. Quando è lui a dare inizio all’attacco o riceve in isolamento, derivano molto spesso tiri forzati con la difesa che lo aspetta a centro area o tiri da 3 punti che i Nets gli concedono volentieri concentrandosi sul rimbalzo (4-32 da 3 punti nei playoff, 12.5%). Così come è evidente il numero di palle perse: su 5 palle perse in totale, 4 sono frutto di iniziative in cui è lui a dover creare attacco, 1 sola quando gioca lontano dalla palla.

La difesa concede in tiro da 3 punti
Antetokounmpo tira senza aver costruito nulla, in situazione di rimbalzo favorevole ai Nets che sono in sovrannumero (4vs3). Il che può anche essere accettabile se il numero di triple tentate non è esagerato (4.6 di media nei playoff), non se lo score recita 1-8.

Al contrario invece, quando Giannis riceve in situazioni dinamiche e si limita ad essere il finalizzatore delle giocate dei compagni, è devastante, i numeri parlano da soli e le percentuali sono lì a dimostrarlo.

20 punti segnati con 8 su 12 dal campo derivano da Pick and Roll, tagli o transizione, il vero Greek-Freak lo si vede spesso quando imbeccato dai compagni.

La prima schiacciata la assesta guidando in primis lui la transizione, la seconda arriva dopo un taglio perfetto a centro area.

In quei 20 punti, ci sono però anche 4 tiri liberi segnati in 9 tentativi (44.4%), altra nota negativa nella partita del greco. In Gara 3 abbiamo assistito per la seconda volta in questi playoff ad una violazione di 10 secondi sul tiro libero, diventata virale poi in seguito alla dichiarazione di Jay Williams, giornalista di ESPN che ha fatto notare come Giannis impieghi più a tirare un libero, che Usain Bolt a ultimare i 100 metri piani.

La routine di Giannis Antetokounmpo ormai è diventata di dominio pubblico, tutti ne parlano allo stesso modo. Dovrebbe probabilmente ridurre il tempo trascorso sulla linea della carità, ne gioverebbero le sue percentuali ma soprattutto il suo intelletto. Non si può negare l’evidenza, è difficile per lui andare in lunetta, la cosa peggiora ogni volta che viene ridicolizzato dopo un airball e ogni volta che scatta il contdown da parte del pubblico quando è in trasferta. In Gara 3 ha chiesto ad ampi gesti silenzio anche ai suoi tifosi, a dimostrazione che a livello di nervi, andare in lunetta per lui, non è gradevole.

L’efficienza di Antetokounmpo ai tiri liberi è tutto tranne che brillante, non gli si può però chiedere di cambiare routine da un giorno all’altro, per questo si dovrà aspettare la prossima stagione.

Gara 4 in arrivo

In Gara 3 i Bucks hanno sfoderato la loro miglior prestazione difensiva tenendo i Nets, miglior attacco della lega in regular season per offensive rating (OFFRTG) a soli 83 punti segnati, una miseria se pensiamo che dall’altra parte ci sono Kyrie Irving e Kevin Durant, ma soprattutto era importante dare un segnale dopo i 125 punti subiti in Gara 2 e la risposta c’è stata.

Per avere speranze in Gara 4 però, considerato che un punteggio così basso in una partita giocata dai Nets è un’anomalia, ci vorrà un contributo offensivo di maggior spessore e lo sa anche Coach Budenholzer che alla vigilia ha dichiarato:

“Dobbiamo solo segnare di più. Ci sono zone del campo in cui dobbiamo attaccare di più, il pitturato è una di queste ma credo che la priorità in questo momento sia trovare il modo di segnare e giocare meglio in attacco.”

L’attacco dipenderà sicuramente dalla prestazione di Giannis Antetokounmpo e la chiave sarà nelle scelte offensive più che nel contributo che leggeremo nel tabellino a fine partita. Limitare gli isolamenti e non esagerare con le conclusioni da oltre l’arco per favorire le giocate di insieme sarà un vero e proprio Must. Se invece dovesse accontentarsi e giocare sulla falsa riga di Gara 3 potrebbe essere una lunga notte per i Bucks.

Ore 21:00, Gara 4.