Ieri notte si è tenuto a Brooklyn il Draft NBA 2021, che ha visto i Detroit Pistons aggiudicarsi con la prima scelta assoluta Cade Cunningham. Il Draft NBA, come tutti sapranno, è una lotteria, e in quanto tale non è una scienza esatta. Tuttavia, nel corso degli anni, durante la fase di analisi dei giocatori sono stati fatti dei paragoni e delle comparazioni che col senno di poi hanno fatto storcere il naso (per usare un eufemismo) a più di un appassionato di pallacanestro. A parziale discolpa degli scout NBA e di tutto il lavoro che c’è dietro alla valutazione di giocatori ancora acerbi, va però detto che, talvolta, tali analisi non si discostassero molto da quello che era il reale valore del giocatore al momento della comparazione, e che era parecchio difficile intravedere alcune prospettive di sviluppo, sia in negativo che in positivo.
Ma andiamo ad analizzare quali sono questi paragoni che hanno fatto gridare al sacrilegio e al reato di lesa maestà.
Come primo nome non potevamo non mettere Adam Morrison, il cui nome fu accostato niente di meno che a quello di Larry Bird.
Prima di essere selezionato nel 2006 dagli allora Charlotte Bobcats, Adam Morrison era considerato una star. Poco atletismo, grande conoscenza del gioco e intelligenza cestistica, grande abilità realizzativa e tiro mortifero. Ma, soprattutto, capelli lunghi, baffetto e un’aria da contadinotto: il paragone con Larry Legend sembrava naturale e scontato. Purtroppo però Adam Morrison non è mai riuscito ad esprimersi in NBA su quei livelli, concludendo la sua carriera NBA dopo soli 4 anni realizzando 7.5 punti a partita, pur riuscendo a conquistare due titoli con i Los Angeles Lakers nel 2009 e nel 2010.
Sempre nello stesso Draft, prima di Morrison fu selezionato con la prima scelta il nostro Andrea Bargnani, anche lui a malincuore protagonista di un grosso scivolone. Il “Mago” venne scelto così in alto poiché ci si aspettava da lui che diventasse un Nowitzki 2.0. Il talento c’era tutto, ma purtroppo alcuni limiti mentali e forse la troppa pressione hanno fatto sì che la carriera di Bargnani non prendesse mai il volo, e non si avvicinasse neanche lontanamente a quella del tedesco. Wunder Dirk è stato messo al centro anche di un altro paragone di questo genere, che col tempo si è rivelato forse ancor più profano di quello con Bargnani: Darko Milicic. Tutti ci ricordiamo di Darko Milicic, l’uomo che fu scelto dopo Lebron e prima di Dwyane Wade, Carmelo Anthony e Chris Bosh. Ebbene, secondo gli scout Darko sarebbe dovuto diventare un fenomeno simile a Nowitzki, ma terminò la carriera con soli 6 punti di media e poco più di 4 rimbalzi, per poi cercare una nuova strada nel kickboxing.
Ci sono infiniti altri paragoni di giocatori pompati alle stelle prima del Draft che poi non si sono rivelati all’altezza: Eddy Curry paragonato a Shaq, Dante Exum a Penny Hardaway, Mark Macon a Oscar Robertson, Kwame Brown che sarebbe dovuto diventare il nuovo Karl Malone o Chris Webber, fino ad arrivare al più grave reato di lesa maestà, ovvero DeShawn Stevenson (giocatore ricordato più per le provocazioni con Lebron James che per altro) comparato, nell’NBA Draft analysis, a Michael Jordan.
Ma gli errori di valutazione degli scout NBA si verificano anche in senso opposto: giocatori presentati come limitati o non adatti al gioco NBA poi rivelatisi stelle, o comunque giocatori di ottimo livello. E’ il caso di Stephen Curry, additato come un giocatore troppo piccolo, con carenze nel playmaking e nelle conclusioni al ferro, che nella migliore ipotesi sarebbe potuto diventare un giocatore simile a Mahmoud Abdul-Rauf. Ma è anche il caso di Giannis Antetokounmpo, che fu descritto come un difensore mediocre e fu paragonato a Nicholas Batum. Sappiamo tutti com’è andata a finire: 4 MVP della RS, 1 premio di miglior difensore, 4 titoli NBA e 1 NBA Finals MVP in due.
Insomma, i casi sono tanti, e potremmo stare qui per ore a parlare anche di altri rookie sottovalutati, come Dwyane Wade, Draymond Green, Manu Ginobili, Isaiah Thomas, e via dicendo.
Ma veniamo alla Draft Class di quest’anno. Questo Draft è secondo molti uno dei più ricchi di talento degli ultimi anni, e soprattutto per i nomi scelti più in alto non sono stati sprecati paragoni.
Cade Cunningham, prima scelta assoluta e giocatore con più hype di questo Draft, è stato paragonato a Luka Doncic, e nonostante ancora debba sviluppare un playmaking e una conoscenza del gioco al livello dello sloveno, il talento e il potenziale per fare bene ci sono tutti. Anche per la seconda e terza scelta assoluta, Jalen Green e Evan Mobley, sono stati fatti accostamenti importanti: il primo è stato associato a Clyde “The Glyde” Drexler, il secondo al “Monociglio” Anthony Davis.
Fra qualche anno, ripensando a questo giorno, come valuteremo le predizioni fatte su queste giocatori? Si saranno avverate, o si riveleranno dei clamorosi scivoloni? Chi vivrà vedrà, e noi tutti ci auguriamo che questi giovani possano prendere in mano l’eredità della lega e far esplodere tutto il loro potenziale. Perché se affrontano le cose con la testa e la determinazione giusta, sky is the only limit.