La clamorosa quanto inaspettata trade che ha portato Blake Griffin ai Detroit Pistons ha spiazzato un po’ tutti, dato che la prima scelta del Draft 2009 aveva firmato un maxi rinnovo la scorsa estate (173 milioni di dollari per i prossimi cinque anni) con la franchigia di L.A. ed era uno dei punti fermi della squadra, ancor più dopo la cessione di Chris Paul agli Houston Rockets avvenuta sempre la scorsa estate. Dopo essere stato accostato a numerose squadre, tra cui in particolar modo i Phoenix Suns, Griffin aveva deciso, contrariamente a quanto fatto dall’ex compagno di squadra CP3, di rinnovare il proprio accordo con i Clippers ed assumere un ruolo sempre più fondamentale all’interno del gruppo guidato da coach Doc Rivers.

Insieme a DeAndre Jordan, dunque, a Griffin è toccato il ruolo di trascinatore di una squadra con tanti volti nuovi, tra cui Lou Williams, Patrick Beverley e Montrezl Harrell, arrivati dagli Houston Rockets nell’ambito della trade che ha portato Chris Paul in Texas, Danilo Gallinari e Milos Teodosic, che hanno inizialmente dato un apporto molto significativo alla causa losangelina, prima che la squadra venisse falcidiata da numerosi infortuni, tra cui anche quello dello stesso Griffin, con conseguente crisi di risultati e ipotesi di rebuilding, che sembravano essere state spazzate via dopo l’ottimo andamento del recente periodo (dodici vittorie nelle ultime diciassette partite disputate).

Dopo essere stato il miglior marcatore dei Clippers in nove gare, Griffin sembrava ormai pronto a riprendersi un ruolo fondamentale nel quintetto di Doc Rivers, anche perché, pur non avendo mai dato particolari garanzie dal punto di vista dell’integrità fisica, il classe ’89 è uno di quei giocatori speciali, in grado di fare la differenza con incredibile disinvoltura su entrambi i lati del campo e di dare un apporto di grande grinta, talento e sostanza alla squadra. Il nuovo arrivato in casa Pistons, inoltre, fin qui ha fatto registrare medie di 22,6 punti, 7,9 rimbalzi e 5,4 assist, vivendo dunque la sua seconda miglior stagione in carriera dal punto di vista realizzativo e la migliore per quanto concerne i passaggi vincenti.

Nonostante le numerose difficoltà incontrare fino a questo momento, i Clippers hanno scartato con fermezza l’ipotesi tanking, preferendo avere comunque una squadra competitiva, in grado di dire la sua in ottica playoff, per poi rinforzare in maniera significativa il roster a disposizione di Rivers in vista della prossima regular season. Con la cessione di Griffin, che va a Detroit insieme a Brice Johnson e Willie Reed in cambio di Avery Bradley, Tobias Harris, Boban Marjanovic, una scelta al primo giro del prossimo Draft (uno dei più talentuosi degli ultimi anni) e una scelta al secondo giro del Draft 2019, i Clippers liberano tantissimo spazio salariale, visto che il giocatore aveva firmato un’estensione contrattuale per complessivi 173 milioni di dollari nei prossimi cinque anni.

Donkey Kong lascia L.A. dopo nove anni tra tanti alti e bassi, sia a livello individuale che collettivo (saltò l’intero anno da rookie per una frattura a una rotula), ma presumibilmente non sarà l’unico a fare le valigie. A salutare i Clippers, infatti, potrebbero essere anche DeAndre Jordan e Lou Williams, giocatori per i quali si registrano gli interessi di tante squadre. Cedendo anche due pezzi pregiati come loro, la franchigia di Los Angeles libererebbe ancor più spazio e potrebbe permettersi di puntare ad un nome di rilievo nella prossima free agency. Tra i tanti, spicca quello di LeBron James, che ha una player option per il 2018-2019, ma difficilmente la eserciterà e deciderà di restare a Cleveland. Molto dipenderà dal piazzamento finale dei suoi Cavs: se The King riuscisse nell’impresa di portare un altro anello nell’Ohio, potrebbe anche rimanere.

In caso contrario, potremmo assistere ad un’altra Decision come quella dell’estate 2010, in cui LeBron annunciò in diretta su ESPN di aver scelto i Miami Heat. Tante squadre si stanno già muovendo per accaparrarsi un giocatore che, inutile nasconderlo, tutti vorrebbero con sé. Tra queste, spiccano i Los Angeles Lakers, ma non sono da sottovalutare le concorrenze degli Houston Rockets e dei Philadelphia Sixers. Nel caso in cui dovesse decidere di approdare in Texas, James andrebbe a formare un Big Three da urlo con l’amico Chris Paul e James Harden, mentre negli altri due casi diventerebbe la punta di diamante di due squadre desiderose di tornare il più in fretta possibile ai fasti di un tempo.

Secondo le indiscrezioni, Los Angeles sarebbe la meta favorita per il nativo di Akron, dunque i Lakers sono considerati in pole position per lui. Ma se è vero che per il numero 23 di Cleveland sarebbe affascinante trasferirsi in una delle squadre con più storia e blasone dell’intero panorama cestistico statunitense, è pur vero che sarebbe altrettanto intrigante per lui trasferirsi ai Clippers e portare la franchigia al suo primo anello, proprio come ha già fatto nel 2016 con i Cavaliers. Con il pesante contratto di Griffin a gravare sul proprio bilancio, i Clippers non potevano permettersi un colpo del genere, ma ora lo scenario cambia e il derby di Los Angeles potrebbe riguardare anche il mercato, peraltro non per un giocatore qualunque, ma per uno che ha scritto, sta scrivendo e scriverà la storia di questa lega e di questo gioco.