Arrivato la scorsa estate insieme a Miles Plumlee nell’ambito della trade che ha portato Dwight Howard agli Charlotte Hornets, Marco Belinelli si è separato dagli Atlanta Hawks dopo poco meno di otto mesi, venendo tagliato dal roster dei falchi. 32 anni da compiere il prossimo 25 marzo, la guardia originaria di San Giovanni in Persiceto si aspettava un’avventura diversa, anche e soprattutto in virtù della forte ambizione con cui approcciò al progetto degli Hawks, augurandosi che avrebbe potuto dare un buon contributo e portare Atlanta ai playoff.

 

Impresa poi rivelatasi sin da subito impossibile, visto il massiccio rebuilding che ha portato la franchigia della Georgia a privarsi di alcuni degli elementi più affidabili del proprio roster, tra cui tanti protagonisti del quinto posto ad Est raggiunto nella scorsa stagione (43-39). Da José Calderon a Tim Hardaway, passando per Thabo Sefolosha fino ad arrivare al già citato Dwight Howard e a Paul Millsap, quasi tutti i principali componenti della squadra hanno preso altre direzioni, eccezion fatta, tra gli altri, per Dennis Schroder e Kent Bazemore.

 

Il giovane John Collins, classe ’97 prodotto di Wake Forest e selezionato con la diciannovesima scelta assoluta allo scorso Draft, è stato dichiarato incedibile da Atlanta, al contrario di gran parte del roster attuale, tra cui in particolar modo lo stesso Belinelli, apparso piuttosto deluso dal prosieguo tutt’altro che esaltante della propria avventura in Georgia e dell’andamento a dir poco negativo della squadra, ultima ad Est col peggior record della lega (17-39).

 

Il classe ’86 sembrava pronto ad andarsene dagli Hawks già prima della trade deadline, con numerose indiscrezioni che lo volevano ad un passo dai Philadelphia Sixers, ma, una volta rimasto, ha raggiunto l’accordo con la società per un buyout ed è ora pronto a tuffarsi in una nuova avventura. Nonostante le numerose insoddisfazioni, relative soprattutto agli ultimi anni, Belinelli resta un giocatore piuttosto affidabile, un ottimo tiratore e un elemento in grado di assicurare un apporto notevole in uscita dalla panchina.

 

Dopo aver giocato in otto squadre diverse in NBA, presto potrebbe scegliere la nona, anche se non appare utopia un ritorno alla corte dei Golden State Warriors campioni in carica, dei San Antonio Spurs di Gregg Popovich e del suo amico ed ex compagno di squadra alla Virtus Bologna Manu Ginobili, con cui ha vinto un anello nel 2014, o ai Toronto Raptors. In Texas ritroverebbe anche Tony Parker, Kawhi Leonard, Danny Green, Patty Mills e Kyle Anderson.

 

Spuntano, però, anche altre ipotesi suggestive, tra cui i Minnesota Timberwolves di coach Tom Thibodeau, suo allenatore ai Chicago Bulls nel 2012-2013. Da non escludere, inoltre, un possibile approdo ai Philadelphia Sixers, squadra cui era stato accostato insistentemente negli ultimi giorni, o un passaggio ai Boston Celtics, agli Oklahoma City Thunder (che hanno perso per tutta la stagione la guardia titolare Roberson per un grave infortunio), ai Milwaukee Bucks o ai Portland Trail Blazers.

 

Concreta anche la pista Miami Heat, da non scartare: la franchigia della Florida, infatti, avrebbe bisogno di un giocatore dalle sue caratteristiche per sopperire all’assenza per infortunio di Dion Waiters e, dopo il ritorno a sorpresa di Dwyane Wade, potrebbe fare un tentativo per l’ex Atlanta, la cui grandissima ambizione non si è mai arrestata. Belinelli, infatti, ha gran voglia di competere per qualcosa di importante ed è disposto a mettersi in discussione nel contesto adeguato, che individuerà dopo una serie di colloqui con le tante squadre interessate a lui.

 

Nelle 52 partite disputate con la casacca degli Hawks, di cui una da titolare, Belinelli ha fatto registrare medie di 11,4 punti, 1,9 rimbalzi e 2 assist per partita, tirando col 41,1% dal campo, col 37,2% da dietro l’arco e con un ottimo 92,7% dalla lunetta. Per ciò che concerne la media punti, si tratta della seconda miglior annata della sua carriera, a pari merito con la stagione 2013-2014, in cui diede un contributo fondamentale nella vittoriosa corsa al titolo dei San Antonio Spurs e seconda soltanto alla sua seconda stagione ai New Orleans Hornets (media di 11,8 punti per gara nel 2011-2012).

 

Da segnalare, inoltre, l’estrema facilità con cui realizza i tiri liberi: Belinelli, infatti, è quarto nella lega per percentuale realizzativa dalla lunetta, a quota 92,7%, dietro soltanto a Jamal Murray (92,8%), Courtney Lee (93,1%) e J.J. Redick (94,6%). In carriera ne ha tirati fin qui 1249, realizzandone ben 1049 e sbagliandone appena 200 (84% di precisione). Non è ancora chiaro il nome della squadra in cui il Beli si rimetterà in gioco, ma quasi sicuramente il classe ’86 troverà presto un nuovo progetto da cui ripartire.