Da poco più di 24 ore Corey Brewer non è più un giocatore dei Los Angeles Lakers. Arrivato la scorsa estate in quel di L.A., il classe ’86 ha salutato la franchigia gialloviola via buyout ed è pronto ad accordarsi con gli Oklahoma City Thunder, che necessitano di un giocatore in grado di disimpegnarsi sia come guardia che come ala piccola, in particolar modo dopo l’infortunio che ha posto fine alla stagione dello specialista difensivo Andre Roberson.

 

Selezionato al Draft 2007 dai Minnesota Timberwolves con la settima scelta assoluta, Brewer ha speso quattro anni con la maglia dei Lupi, per poi tornare nella stagione 2013-2014. Il quasi 32enne di Portland, inoltre, ha avuto anche una fugace apparizione in quel di Dallas con i Mavericks, vincendo il titolo NBA nel 2011, ed ha militato tra le fila dei Denver Nuggets e degli Houston Rockets.

 

La sua esperienza ai Lakers è stata piuttosto fugace, essendosi conclusa dopo 54 partite, in cui ha messo a referto numeri non particolarmente esaltanti: 3,7 punti e 1,7 rimbalzi di media per gara, con il 45,3% dal campo ed un pessimo 18,6% da tre. Pur avendo ormai quasi 32 anni ed essendo in netto calo rispetto al passato, Brewer resta un giocatore piuttosto affidabile, uno di quelli in grado di conferire esperienza e solidità alla second unit.

 

Per questo e per tanti altri motivi, l’ex Rockets sembra essere il giocatore che fa al caso degli Oklahoma City Thunder, i quali dopo l’infortunio di Roberson hanno faticato parecchio a trovare la continuità necessaria, con coach Billy Donovan che ha testato nel ruolo sia il rookie Terrance Ferguson che i vari Josh Huestis e Alex Abrines, senza però riuscire mai realmente a sopperire all’assenza di un giocatore del calibro di Roberson, fondamentale nella metà campo difensiva.

 

Dopo aver tentato di accaparrarsi Avery Bradley, poi trasferitosi ai Los Angeles Clippers nell’ambito della trade che ha portato Blake Griffin ad indossare la maglia dei Detroit Pistons, e Joakim Noah, in rotta con i New York Knicks e seguito anche dai Golden State Warriors e dai Minnesota Timberwolves del suo ex coach ai Chicago Bulls Tom Thibodeau, OKC ha deciso di approfittare della possibilità di assicurarsi Brewer a parametro zero.

 

Il nativo di Portland si è messo spesso in evidenza per le sue poderose schiacciate e per la sua grande abilità nel guidare il contropiede con estrema rapidità ed efficacia, ma è anche un difensore molto abile, un gran recuperatore di palloni, ed offre dunque garanzie importanti in entrambe le fasi di gioco. Probabilmente non si tratterà della risoluzione definitiva dei problemi difensivi dei Thunder, ma è comunque un innesto che sulla carta può dare quell’apporto che i vari Ferguson, Huestis e Abrines non riescono a dare, perlomeno non quella continuità necessaria per una squadra che punta ad un buon piazzamento in ottica playoff in una Western Conference a dir poco combattuta.

 

Dopo che tre squadre della Eastern Conference avevano sondato il terreno per firmare Brewer, quest’ultimo ha deciso, in seguito ad un colloquio con il coach Billy Donovan e il general manager Sam Presti ed ha deciso di restare ad Ovest, accettando la corte degli Oklahoma City Thunder per giocarsi le sue chance in una squadra che, nonostante tanti alti e bassi, resta una delle più competitive, anche e soprattutto in vista dei playoff, ma che rispetto a tante altre contender ha una second unit poco profonda.