Dallas è ormai una abitueè nel basket che conta: basti pensare che dagli anni 2000 in poi, con l’avvento di Marc Cuban a capo della franchigia, la squadra texana ha innanzitutto vinto nel 2011 il primo e unico anelo nella propria storia e ha mancano solo due volte l’accesso alla Post Season. Numeri da capogiro per la continuità dei risultati, nonostante ultimamente la franchigia texana, a pari passo con il capitano Dirk Nowitzki sempre più prossimo al ritiro, ha calato la qualità delle proprie prestazioni, finendo anno dopo anno sempre più in basso.
La stagione 2018/2019 si prospetta come la stagione della (sperata) rinascita per Dallas, puntando in primis sulla crescita di due dei giovani più talentuosi della lega, Luka Doncic e Dennis Smith Jr, su cui la franchigia progetta e programma il proprio futuro. Smith ha già dimostrato nel suo primo anno da rookie di avere grandi qualità e ampi margini di miglioramento, per Doncic parla la sua esperienza europea ed il suo ricco palmares a soli 19 anni.
Il tassello che manca a Dallas per potersi nuovamente imporre come “Big” è quello di una Superstar, un giocatore già costruito cestisticamente, con 20/30 punti a partita e che trascini i propri compagni alla vittoria. Anni fa si è provato a Harrison Barnes, sacrificato dai Warriors per ingaggiare Kevin Durant, ma il lungo ex Golden State non ha particolarmente brillato e convinto. I Mavs hanno la disperata necessità di un campione nel proprio roster, un atleta che possa cambiare le sorti del match, da 20/30 punti a partita. A Dallas però i piani sono molto chiari, ovvero puntare alla Free Agency dell’estate 2019 per puntare ad almeno uno dei pezzi grossi che saranno disponibili: da Klay Thompson, Kyrie Irving, Kawhi Leonard, Giannis Antetokounpo, ma anche Carmelo Anthony, solo per citarne alcuni.
Rumours d’oltreoceano parlano di un piano ben preciso della dirigenza dei Mavs; un piano che ha avuto inizio la notte del Draft 2018, precisamente alla chiamata numero 60: Kostas Antetokounpo, fratello minore del ben più famoso Giannis. Vista l’ampia disponibilità salariale che Dallas avrà a disposizione a inizo stagione 2019/2020, l’innesto del greco non viene visto del tutto casuale. Più fonti vicine alla lega hanno vociferato l’intenzione di Cuban di ingaggiare “The Greek Freak“, facendo leva sulla presenza del fratello nel medesimo roster per convincerlo a cambiare casacca. L’ex GM dei Cavs David Griffin ha parlato di questa possibilità, reputando la scelta dei Mavericks non casuale e viste tutte le condizioni favorevoli attorno alla franchigia texana, ci sembra una pista percorribile. Come dicevamo prima, l’ampia disponibilità economica nel 2019 permetterebbe l’ingaggio del greco anche al massimo salariale e la presenza del fratello minore potrebbe convincere Giannis a cambiare aria.
A Milwaukee, Antetokounpo è diventato grande, si è imposto ai grandi palcoscenici ed è diventato un All Star in pochi anni, ma oltre al MIP del 2017 il lungo ha visto le Finals sempre dal divano di casa. I Bucks sono una squadra lontana dall’ambire i piani alti dell’NBA, accontentandosi di una dimensione da media/grande, mentre a Dallas troverebbe sì una squadra in piena rebuilding, ma con l’intenzione e la volontà di tornare immediatamente vincente. Qui la scelta spetterà a lui, provare a vincere subito o terminare il processo di crescita a Bucks, lontano dal titolo e dai veri riflettori.
Riuscirà Cuban con il suo piano a convincere il greco a raggiungere il fratello in Texas?