La scorsa estate, i Toronto Raptors sono riusciti a far approdare in Canada Kawhi Leonard, scambiandolo con DeMar DeRozan (nella trattativa sono rientrati anche Danny Green, passato anch’egli ai Raptors, e Jakob Poeltl, ceduto ai San Antonio Spurs). Una scommessa (non certo in relazione al valore globale del giocatore, bensì alla sua annata 2016-2017 contraddistinta da appena 9 presenze e tante indiscrezioni di varia natura sulla sua condizione fisica) rivelatasi poi vincente: The Claw, infatti, ha messo la sua firma sulla prima storica vittoria del titolo da parte della franchigia canadese, capace di sconfiggere per 4-2 i Golden State Warriors campioni in carica alle Finals.

Dopo la grandissima impresa, Leonard ha deciso di non restare in quel di Toronto, declinando la player option per un’ulteriore stagione e accettando la proposta dei Los Angeles Clippers, tornando così nella sua città natale per una nuova sfida. Nonostante per prenderlo abbiano dovuto privarsi del proprio uomo franchigia DeMar DeRozan, i Raptors hanno centrato un traguardo che fino a pochi mesi fa sembrava proibitivo, se non addirittura impossibile.

Del resto, portare uno dei migliori giocatori della lega in Canada non è affatto semplice. “Provai a convincere Shaq a raggiungermi a Toronto. Avevo fiducia, sembrava che ci fossi riuscito ma era dura convincere giocatori di quel calibro perché i più forti della lega non erano particolarmente attratti dalla possibilità di giocare e vivere in Canada.”, ha rivelato Vince Carter in merito al possibile approdo di Shaquille O’Neal nell’Ontario.