Dopo la clamorosa trade che ha portato James Harden ai Brooklyn Nets, di nomi appetibili sul mercato ne erano rimasti davvero pochi: su tutti, quello di Derrick Rose, che a 32 anni rappresenta ancora un giocatore importante, uno di quelli il cui nome figura sempre sul taccuino delle contender. Insomma, non più il ragazzo dall’incredibile e sorprendente esplosività, capace di battere chiunque in penetrazione e di far tremare il canestro a suon di schiacciate, ma comunque intrigante e bello da vedere nella sua nuova versione.

I tanti infortuni gravi riportati nel corso degli anni hanno costretto il nativo di Chicago a reinventarsi, prediligendo un gioco basato più sulla tecnica che sull’atletismo. Le mostruose schiacciate dei tempi dei Bulls rappresentano ormai soltanto un lontano ricordo e sono state rimpiazzate da un maggiore ricorso ai floater in penetrazione, alle conclusioni dal midrange e da oltre l’arco. Sotto quest’ultimo aspetto, in particolare, Rose è migliorato tantissimo rispetto alle prime fasi della sua carriera NBA, passando dal 30% da tre fatto registrare nelle sue prime nove stagioni al 34% (2018-2019 ad oggi). 

Il classe ‘88, che nell’estate 2019 firmò un contratto biennale da 15 milioni di dollari con i Detroit Pistons, sembrava destinato a lasciare il Michigan già nella scorsa offseason, salvo poi restare alla corte di Dwane Casey per fare da chioccia al giovane Killian Hayes, selezionato dai Pistons con la settima scelta assoluta allo scorso Draft. Il nome di Rose è tornato a circolare tra le varie squadre interessate poche settimane fa, in vista della trade deadline del prossimo 25 marzo. 

Dopo aver fatto registrare medie di 14.2 punti, 1.9 rimbalzi, 4.2 assist e 1.2 palle recuperate col 43% dal campo e il 33% da dietro l’arco in 15 presenze, tutte in uscita dalla panchina, il più giovane MVP di sempre ha salutato Detroit, con cui ha disputato un totale di 65 gare tra la scorsa stagione – chiusa con 18.1 punti a partita, la sua miglior media dal 2011-2012 (21.8), anno del grave infortunio al crociato che stravolse la sua carriera – e quella attualmente in corso.

32 anni compiuti lo scorso 4 ottobre, Rose era seguito da numerose squadre di prima fascia, tra cui Los Angeles Clippers, Brooklyn Nets, Milwaukee Bucks e Miami Heat, ma a bruciare la folta concorrenza è stata, a sorpresa, una squadra che la prima scelta del Draft 2008 conosce molto bene, ossia i New York Knicks. Questi ultimi, protagonisti di un inizio di stagione più che positivo, attualmente occupano l’ottavo posto e sono in piena corsa per centrare un piazzamento ai playoff che manca addirittura dal 2013. 

Nell’ambito della trade, Detroit riceve la pointguard Dennis Smith Jr., che spera di rilanciarsi con la maglia dei Pistons, e una scelta al secondo giro del Draft 2021. Rose, dal canto suo, per la prima volta in carriera torna a militare in una squadra in cui aveva già giocato: coi Knicks, infatti, il tre volte All-Star disputò l’annata 2016-2017, al fianco, tra gli altri, di Carmelo Anthony e Kristaps Porzingis, mettendo a referto medie di 18 punti, 3.8 rimbalzi e 4.4 assist col 47% al tiro in 64 presenze. 

Oltre a ciò, a New York Rose ritroverà coach Tom Thibodeau, con cui è diventato All-Star e MVP ai Chicago Bulls (2010-2015), giocando la miglior pallacanestro della sua carriera, ed ha ritrovato sé stesso tra le file dei Minnesota Timberwolves (2018-2019), e Taj Gibson, altro fedelissimo dell’attuale allenatore dei Knicks e già compagno di squadra di Rose a Chicago prima e Minneapolis poi. I Knicks aggiungono dunque un altro tassello a un mosaico ricco di pedine da tenere d’occhio e che rendono la franchigia della Grande Mela una squadra estremamente interessante e bella da vedere.