Emanuel David Ginobili Maccari, meglio conosciuto come Manu, è un giocatore unico, un ragazzo che ci ha fatto amare questo sport, un simbolo per milioni di persone, un ragazzo da prendere come modello dentro e fuori dal campo. Nativo di Bahia Blanca, piccola cittadina dell’Argentina, sin da ragazzo si innamora di questo sport: si allena intensamente tutto il giorno, tutti i giorni, cercando di migliorare in ogni aspetto del gioco. Inizia la sua carriera nella squadra della sua città natale, periodo in cui subisce una crescita repentina sia da un punto di vista fisico sia tecnico. I mesi passano, migliora sempre di più, e finalmente arriva la sua prima convocazione per la nazionale per l’Under 22. La sua carriera subisce una svolta quando decise di trasferirsi in Europa, precisamente in Calabria. Manu diventa la stella della Viola Reggio Calabria, coronando la prima stagione con la promozione in A1. Intanto nel 1999 i San Antonio Spurs selezionano l’argentino alla cinquantasettesima chiamata. Manu decide però di continuare la sua esperienza in Europa.

Dopo appena due anni in Calabria, passa alla Virtus Bologna, con la quale vince tutto quello che è possibile vincere in Europa: Coppa Italia, Campionato e Eurolega. Ginobili si dimostra come uno dei giocatori più completi del nostro continente, eccezionale sia da un punto di vista difensivo sia offensivo. Nel 2002, all’età di 25 anni, decide di approdare in NBA, sotto contratto con gli Spurs. Come consuetudine la prima stagione con la canotta della squadra texana non è semplicissima, e Manu trova difficoltà nell’ambientarsi all’interno della nuova franchigia, ma soprattutto ha difficoltà nel relazionarsi con Popovich, il quale pretende un gioco più studiato e meno improvvisato, elementi incompatibili con Ginobili.

I texani quell’anno concludono la stagione con un ottimo record, coronando la stagione con la vittoria del titolo ai danni dei New Jersey Nets per 4-2 (Manu conclude la stagione con 7,6 punti di media). Sebbene non sia riuscito ancora a mostrare le sue potenzialità, vedendo l’argentino giocare era chiaro che avesse un talento enorme. A 26 anni vanta già un palmares da far invidia a chiunque. Nella stagione successiva migliora le sue medie, concludendo la stagione con 12 punti di media. Ma è la stagione 2004/2005 in cui avviene la consacrazione dell’argentino: Manu, che parte titolare per la maggior parte della stagione, conclude l’anno con 16 punti di media, e la vittoria del titolo ai danni dei Detroit Piston. Proprio durante quelle stesse finali, Ginobili gioca una pallacanestro celestiale, mettendo a referto 27 punti in Gara 2 e 23 punti in Gara 7. Da ricordare soprattutto il titolo di sesto uomo dell’anno vinto nel 2008, concludendo la stagione con 19,5 punti di media. Gli anni passano, le vittorie aumentano, il corpo però pian piano perde le sembianze di una volta.

A quarant’anni (compiuti il 28 luglio scorso) continua ancora a farci incantare con le sue giocate. Quello che ci stupisce di più non sono tanto le sue discreti medie (9,1 punti, 2,4 assist e 2,2 rimbalzi per partita), ma è soprattutto la sua intelligenza di gioco, la sua reattività in campo, la velocità delle sue penetrazioni, la pulizia del suo tiro, la voglia ancora di vincere. In una franchigia che si appresta a cambiare volto col passare delle settimane. Manu, con quella canotta nera e bianca, tanto amata quanto odiata, riesce a farci innamorare delle sue giocate, delle sue penetrazioni, dei suoi tiri, dei suoi passaggi. Chiunque lo osservi giocare se ne innamora, forse perché a 40 anni ha delle medie superiori a cestisti che hanno la metà dei suoi anni; forse perché noi a 40 anni avremo difficoltà ad alzarci dal divano per prendere il telecomando del televisore rimasto sul tavolo della cucina, mentre lui corre e schiaccia come un ragazzino; forse per la pelata sempre più pronunciata e quella barba che pian piano diventa sempre più bianca; forse per la sua umiltà, la sua serietà e la sua gentilezza. Manu è storia degli Spurs, storia della nazionale argentina, storia del basket. Manu è basket.

Questo, semplicemente, è Manu Ginobili.