I Sixers sono ancora vivi, vincono Gara 6 di misura per 104-99 contro gli Hawks e si affidano a Gara 7 in casa per decidere le sorti della loro stagione. Non bastano i 34 punti, conditi da 12 assist di Trae Young ad Atlanta per battere la numero 1 della Eastern Conference. Arriva una sconfitta che sa tanto di occasione sprecata per gli uomini di coach Nate McMillan, soprattutto per il buonissimo approccio visto in campo nel primo tempo, vanificato però da una seconda metà di partita non all’altezza.

La partita

L’inizio è tutto in favore degli Atlanta Hawks che partono benissimo, sono aggressivi, sfruttano una difesa dei Sixers distratta e superficiale e sono praticamente perfetti in attacco (8-10 per iniziare il quarto). I Sixers invece sentono probabilmente la pressione dell’elimination game, hanno un inizio letargico e rinunciatario in attacco (5-15 per iniziare il quarto), problema che deriva da un elevato numero di palle perse non forzate dalla difesa di Atlanta che si limita a trasformare in buon attacco gli sprechi di Simmons (1 palla persa) ed Embiid (4 palle perse).

A complicare l’assunto ci si mettono i problemi di falli, spesso banali e non necessari come le palle perse. Harris commette molto presto il secondo fallo e Simmons lo segue a ruota, rispettivamente giocano 4:06 minuti e 5:19 minuti su 12 disponibili, non esattamente l’atteggiamento che ti aspetti dai tuoi leader. Se non fosse per il solito Seth Curry che infila 2 bombe importantissime e un insospettabile Tyrese Maxey (3-3 in uscita dalla panchina), Phila sarebbe sprofondata.

Nel contempo Trae Young si carica letteralmente la squadra sulle spalle, segna con continuità, anche da dietro l’arco, regala assist ai compagni, propizia lui il parziale di 10-2 che apre la partita, al quale partecipano tutti i titolari degli Hawks mettendo a segno 2 punti ciascuno, Atlanta è scesa in campo per chiuderla questa serie. Sono mortiferi con il Pick and Roll che coinvolge Capela e Collins come bloccanti, condividono palloni e spazi in attacco: 7-3 il computo degli assist in favore degli Hawks nel primo quarto, che chiudono con un vantaggio di 7 punti, 22-29 alla prima sirena.

Reazione Sixers

Il secondo quarto prosegue sulla falsa riga del primo, è una partita di parziali e questa volta a parti invertite, iniziano meglio i Sixers. L’attacco di Atlanta senza Trae Young, uscito per un po’ di riposo, soffre e non ottiene niente dalla second unit. Gallinari e Lou Williams non incidono, ne approfitta un fresco e riposato Tobias Harris che suona la carica, 12 i punti dell’ex giocatore dei Clippers nella seconda frazione. Illeggibile invece la prestazione di Ben Simmons che con 5:55 sul cronometro, va a dare una spinta totalmente immotivata a Clint Capela che aveva appena catturato un rimbalzo difensivo in beata solitudine, spendendo così il terzo fallo personale, che lo chiama fuori dalla diatriba.

Un terzo quarto che cambia l’inerzia della partita

La svolta però arriva nel terzo quarto. Dopo aver chiuso in svantaggio 47-51 il primo tempo, la faccia dei 76ers è completamente diversa alla ripresa: Infilano 4 tiri da tre punti consecutivi, con protagonisti Curry (3) ed Embiid (1), aprendo un parziale di 12-0 che ribalta il risultato e l’inerzia della partita. Coach McMillan prova a fermare l’emorragia con un Time-Out che però non paga dividendi. Curry rimette piede in campo e segna ancora, questa volta in palleggio arresto e tiro dal mid-range dilatando il parziale, 14-0 e +10 Phila con 8:50 sul cronometro del terzo quarto.

Anche suo fratello Stephen gradisce

Atlanta però limita i danni e non sprofonda, si affida ancora alla pericolosità di Trae Young che produce per se e per i compagni e ritrova un po’ di linfa vitale ed energia grazie alla giocata della partita di John Collins che schiaccia sulla testa di Joel Embiid subendo anche il fallo.

Sulla scia di questa giocata pazzesca, Danilo Gallinari sblocca la panchina verso la fine del terzo quarto con 7 punti consecutivi che riportano Atlanta a contatto: Prima segna da tre, colpevolmente dimenticato dalla difesa, poi ha la meglio sfruttando chili e centimetri contro Korkmaz in avvicinamento a canestro e infine si guadagna due tiri liberi, che manda entrambi a bersaglio. 80-76 in favore dei 76ers il punteggio alla fine del terzo parziale.

Finale in volata

Philadelphia ha sistemato il punteggio ma c’è sempre l’incognita quarto periodo, gli uomini di Doc Rivers hanno dimostrato di essere fragili quando la partita entra nelle fasi finali, soprattutto in Gara 4 e Gara 5.

L’incubo si ripete anche in Gara 6, l’attacco di Philadelphia si ferma ancora, limitandosi a dare la palla dentro ad Embiid per l’uno contro uno in isolamento. Tirano con il 22% dal campo, un indecoroso 4-18 campo fa barcollare i Sixers che ancora una volta non possono contare su Ben Simmons: Commette un altro fallo discutibile, il quinto, con 7:22 sul cronometro della partita. Come se non bastasse gli Hawks mettono in pratica il così detto “Hack-A-Ben”, mandando l’australiano continuativamente in lunetta a fare i conti con le sue cattive percentuali nella serie (32%), Simmons continua a sbagliare i liberi e coach Rivers è costretto a richiamarlo in panchina.

Gli Hawks però non riescono a completare la rimonta, complice un attacco tutt’altro che scintillante. Ci vanno molto vicino quando grazie a due triple di Young e Gallinari, che mettono fine ad una carestia di 5 minuti senza canestri segnati, si riportano sul -1, 94-93 con 2 minuti sul cronometro dell’ultimo e decisivo quarto di gioco. Ma è soltanto una timida illusione, nei possessi successivi Atlanta butta via la partita, gioca male: una forzatura e una palla persa di Young, una tripla sbagliata da Huerter e una serie di scelte poco lucide condannano gli Hawks.

I Sixers fanno delle buone percentuali in lunetta un tesoro (15-20 nel solo quarto quarto), custodiscono il vantaggio e portano a casa una vittoria fondamentale che riempie di speranza l’Illinois, ma non scaccia via completamente tutti i dubbi legati alla mancanza di mentalità e attributi di una squadra che sembra aver affrontato una metamorfosi in senso negativo rispetto alla regular season.

Due Gare 7

Le semifinali della Eastern Conference si decidono entrambe a Gara 7, stasera toccherà ai Bucks, che dopo aver vinto e convinto in Gara 6, se la vedranno in trasferta al Barclays Center contro i Nets.

Domenica toccherà ancora ai Sixers che sul proprio campo, dovranno tenere a bada gli Hawks che sicuramente avranno la rivalsa nelle vene, decisi a conquistare una finale di conference che a inizio stagione era impronosticabile. Chissà che nella testa di Embiid e compagni non riecheggi il ricordo dell’ultima Gara 7 giocata, quella tremenda e spezza cuore che vide i Raptors trionfare in maniera del tutto rocambolesca grazie al Game-Winner di Kawhi Leonard. Le due partite più entusiasmanti di questa post season ci attendono, sarà grande basket, saranno i playoff al loro meglio.