Kobe Bryant è uno che non ha certo bisogno di presentazioni. Con la maglia dei Los Angeles Lakers ha vinto cinque titoli e centrato numerosi record, contribuendo a scrivere un pezzo di storia della franchigia gialloviola e non solo. Il suo ritiro al termine della regular season 2015-2016 ha lasciato un vuoto incolmabile nella squadra di L.A. e non solo. La sua carriera è stata una delle più romanzesche e affascinanti di sempre, di quelle da vivere e rivivere all’infinito, una vera e propria avventura da cinema.

In questo senso, Kobe potrebbe vincere anche un Oscar, con il cortometraggio di animazione Dear Basketball, che tratta dell’intenso rapporto tra Bryant e il basket ed è ispirato alla commovente lettera scritta dall’ex numero 8 e 24 dei Lakers nel giorno del suo ritiro, avvenuto il 13 marzo 2016, in un gremito Staples Center incredulo davanti alle prodezze del suo campione, protagonista di un’ultima partita da sogno: 60 punti e Utah Jazz costretti al ko per 101-96 nel finale di una gara che i tifosi dei Lakers e gli appassionati di NBA in generale non dimenticheranno mai.

Si tratta di un filmato di poco meno di cinque minuti in cui sono contenute le tappe più significative della carriera del Black Mamba, dalla sua infanzia in Italia ai gloriosi successi con i Lakers. Diretto dal famoso animatore della Disney Glen Keane (La sirenetta, Aladdin, Pocahontas e Tarzan tra i film più celebri cui ha collaborato per il più antico studio di animazione al mondo), con le musiche di un altro colosso del cinema qual è John Williams (autore, tra le tante, delle colonne sonore di Jurassic Park, Mamma ho perso l’aereo, Star Wars ed Harry Potter) sarà valutato in occasione della notte degli Oscar del prossimo 4 marzo e potrebbe meritarsi l’ambito premio.

Dear Basketball è un cortometraggio decisamente interessante e particolarmente emozionante anche per chi non segue il basket, perché ripercorre la storia di un uomo prima che di un atleta, capace di raggiungere vette apparentemente insormontabili impegnandosi duramente e non arrendendosi mai di fronte a limiti e paure che, come disse un altro personaggio che qualcosa l’ha lasciata al basket e non solo, un certo Michael Jordan, sono soltanto “illusioni”. Al di là di come andrà alla notte degli Oscar, è fuori di dubbio che la carriera di Kobe sia da Oscar: per Bryant, dunque, si avvicina un’altro traguardo speciale, l’ennesimo di un campione che trasforma in oro tutto ciò che tocca.