Era arrivato in punta di piedi ai Rockets, con un contratto non garantito e tra lo scetticismo e la curiosità generale, tra chi pensava si sarebbe trattato dell’ennesimo rincalzo in stile Isaiah Canaan, riaccolto dai razzi all’inizio della stagione per poi essere tagliato e successivamente prelevato dai Phoenix Suns. A differenza del playmaker classe ’91, però, Gerald Green è riuscito a convincere tutti dalle parti di Houston, la sua città natale, tanto da strappare la conferma del gm Morey per il resto della stagione in favore di Bobby Brown, tagliato dal roster. La sua è una di quelle storie speciali e che fanno riflettere, quelle di cui il mondo NBA è pieno, ma al contempo si tratta di un’avventura unica nel suo genere, che fa storia a sé.

 

32 candeline spente oggi, Gerald Green non è mai riuscito a trovare stabilità nel corso della sua carriera in NBA e, dopo essere stato selezionato con la diciottesima scelta al primo giro del Draft 2005 dai Boston Celtics ha girato la lega a caccia di una squadra disposta a puntare con continuità su di lui, indossando le maglie di Minnesota Timberwolves, Dallas Mavericks e, in mezzo, gli stessi Houston Rockets. Quattro anni piuttosto altalenanti nella lega cestistica più prestigiosa e conosciuta al mondo, poi le esperienze in Europa, con il Lokomotiv-Kuban Krasnodar e il Krasnye Samara, in Russia, quindi l’approdo in Cina, ai Foshan Dralions, attualmente noti come Guangzhou Long-Lions, e il ritorno in NBA nel 2012, ai New Jersey Nets.

 

Sul finire di settembre era stato ingaggiato dai Milwaukee Bucks, che lo hanno poi tagliato poche settimane più tardi. Non una novità per lui, abituato ad avere poco tempo per dimostrare il suo valore e, soprattutto, alle difficoltà nel trovare una squadra che gli dia una concreta chance di dare il proprio apporto. Per lui si profila un’altra stagione a guardare all’orizzonte, l’ennesima di una carriera in cui ha avuto davvero poche chance per mettersi in mostra, ma a fine dicembre arriva la chance che non può proprio permettersi di rifiutare. Impegnati in casa dei Boston Celtics, gli Houston Rockets lo mettono sotto contratto e lui, presente nella città del Massachusetts per passare un po’ di tempo con suo figlio, non esita ad accettare la proposta, correndo di corsa al TD Garden per raggiungere i suoi nuovi compagni di squadra, tanto che nella fretta dimentica le scarpe da gioco e può fare il suo secondo debutto con i razzi grazie a Trevor Ariza, che gliene presta un paio. Una storia bellissima e particolare quella che abbiamo avuto modo di scoprire poche settimane fa, ma le curiosità attorno alla guardia tiratrice di Houston non finiscono qui.

 

Chiamato in causa da Mike D’Antoni in virtù dell’infortunio di James Harden, il classe ’86 non si è fatto pregare ed ha sfruttato appieno le numerose chance che l’ex Baffo gli ha concesso nelle ultime partite. Dopo il debutto tutt’altro che esaltante in casa dei Boston Celtics (appena 1 rimbalzo catturato in 11′ di impiego), infatti, il buon Gerald si è fatto valere alla sua prima vera presenza, mettendo a referto 18 punti in 27′ nel ko per 121-103 in casa dei Washington Wizards, per poi andare nuovamente in doppia cifra (10 punti) nel ritorno al successo dei suoi contro i Los Angeles Lakers (148-142). In occasione di quest’ultima partita, Harden si infortuna poco prima della fine del quarto quarto e Green porta i Rockets all’overtime con la tripla del pareggio a pochi secondi dal termine. Il nativo di Houston dice poi la sua anche nel match vinto 116-98 in casa degli Orlando Magic e nella sconfitta per 124-114 contro i Golden State Warriors, segnando la bellezza di 27 e 29 punti dalla panchina con percentuali a dir poco ottime al tiro, in particolar modo dalla lunga distanza.

 

Dopo aver realizzato 15 punti contro i Detroit Pistons, 22 contro i Chicago Bulls, 12 contro i Portland Trail Blazers e altrettanti contro i Phoenix Suns, Gerald Green ha continuato a strappare applausi a tifosi e addetti ai lavori. Da oggetto misterioso, è stato abile a diventare in poco tempo un valore aggiunto per la second unit, adattandosi alla grande agli schemi di Mike D’Antoni e rivelandosi un innesto più che adatto per il sistema dei Rockets. In undici partite fin qui disputate, Green ha fatto registrare 14,2 punti di media a partita, un ottimo score per un giocatore che fino a poche settimane fa non aveva nemmeno un contratto e dopo essere stato tagliato dai Milwaukee Bucks circa tre mesi fa sembrava destinato ad appendere gli scarpini al chiodo, come lui stesso ha dichiarato poche settimane dopo aver firmato con gli Houston Rockets.

 

Nel 1997, quando aveva undici anni, il piccolo Gerald fu costretto a subire l’amputazione parziale dell’anulare della mano sinistra in seguito a un incidente occorso mentre giocava a basket in giardino e stava eseguendo una schiacciata. Da quel momento non si diede per vinto e riuscì, nonostante le inevitabili difficoltà del caso, a coronare il suo sogno di diventare un giocatore di basket professionista e ad approdare in NBA. Nel 2008 si piazzò secondo allo Slam Dunk Contest alle spalle di Dwight Howard, eseguendo, tra le tante altre, una schiacciata mentre spegneva la candelina su un dolcetto posto sul ferro del canestro e ricevendo un bel 10 da Kobe Bryant, presente tra i giudici. Le schiacciate sono una delle cose che riescono meglio alla guardia di Houston e, tra le più belle della sua carriera, impossibile non citare quella realizzata con la maglia dei New Jersey Nets in una sfida proprio contro gli Houston Rockets.

 

Nonostante le tante difficoltà, il 32enne non ha mai mollato e si è preso la sua rivincita. In pochi al suo posto avrebbero continuato a lottare per inseguire il coronamento di un sogno tanto bello quanto complicato, ma lui non ha mai smesso di farlo e, alla lunga, ha fatto bene, riuscendo a lasciare il segno in numerose occasioni nonostante la sua non sia stata una carriera lineare e continua. Viene difficile da credere, ma basta guardarlo in faccia per capire che ci si trova di fronte a un ragazzo determinato come pochi, uno di quelli che con pochi mezzi sarebbero capaci di organizzare una rivoluzione. Mai banale, sia sul parquet che fuori, e ostinato a sfruttare a tutti i costi la grande chance che gli è stata offerta dopo anni altalenanti. Ora più che mai, Geraldone è pronto a combattere e non intende lasciare nulla al caso: oggi compie gli anni e si tratta sicuramente di uno dei compleanni più speciali degli ultimi anni per lui, tornato a fare quello che ama nella sua città.