Non è stato un avvio di stagione semplice per Carmelo Anthony, già protagonista di un’estate piuttosto tormentata. Dopo che le numerose indiscrezioni sul suo futuro si sono susseguite per mesi, con gli Houston Rockets che sembravano ad un passo dall’accoglierlo per formare un super Big Three con James Harden e Chris Paul, Melo è approdato agli Oklahoma City Thunder in cambio di Doug McDermott ed Enes Kanter, raggiungendo l’MVP Russell Westbrook e l’altro nuovo volto di OKC Paul George. Dopo quest’operazione, in molti si sbilanciarono circa le possibilità di competere per il titolo dei Thunder, ritenendoli i principali indiziati per interrompere l’egemonia dei Golden State Warriors ad Ovest. Eppure, non tutto è andato secondo le previsioni.

L’inizio di Carmelo Anthony in quel di Oklahoma è stato piuttosto incoraggiante, con una super prestazione davanti ai suoi nuovi tifosi contro la sua ex squadra, i New York Knicks: al suo debutto alla Chesapeake Energy Arena, Melo è letteralmente scatenato e contribuisce in maniera determinante al netto successo per 105-84 dei suoi contro la franchigia newyorkese, siglando 22 punti dei 71 fatti registrare dal Big Three (28 per George e 21 per Westbrook). Le cose procedono in maniera molto positiva, con Anthony che risulta il miglior marcatore dei Thunder nella sconfitta con gli Utah Jazz (26 punti), nel successo contro gli Indiana Pacers (28 punti) e nella larga vittoria contro i Chicago Bulls (21 punti), ma a novembre finisce per scivolare insieme ai suoi compagni nel baratro delle sconfitte, alternando prestazioni convincenti, come quella contro i suoi ex Denver Nuggets al Pepsi Center (28 punti che non bastano ad evitare il ko), ad altre piuttosto deludenti.

Dopo i 20 punti siglati nella sconfitta con i San Antonio Spurs all’AT&T Center, le prestazioni di Carmelo calano vistosamente e Oklahoma non sembra essere in grado di interrompere la lunga serie di sconfitte e un periodo piuttosto turbolento. A dicembre, però, i Thunder invertono in maniera considerevole la marcia e l’intesa tra i Big Three di OKC cresce nettamente, con Russell Westbrook, Paul George e lo stesso Carmelo Anthony che permettono alla squadra di scalare numerose posizioni in classifica, fino ad issarsi nei piani alti della Western Conference. Tra le tante gare in cui si rende protagonista, spicca quella vinta per 102-101 all’overtime contro i Memphis Grizzlies al FedEx Forum, in cui mette a referto 21 punti e risulta più che decisivo per la vittoria finale dei suoi. I Thunder chiudono il mese di dicembre con dodici successi su diciassette incontri, imponendosi anche contro squadre del calibro di San Antonio Spurs, Houston Rockets e Toronto Raptors.

A gennaio, eccezion fatta per tre sconfitte consecutive, le cose stanno andando ancora nel verso giusto: dopo aver contribuito in maniera determinante a stendere i Los Angeles Lakers con 27 punti, Anthony si rende protagonista di una prova autorevole nella larga vittoria esterna contro i Cleveland Cavaliers dell’amico LeBron James, facendo registrare una doppia doppia da 29 punti e 10 rimbalzi. Nella gara vinta per 121-108 contro i Detroit Pistons alla Little Caesars Arena, Melo ha messo a segno 21 punti, riuscendo a sfondare il tetto dei 25.000 punti della lega, risultando dunque il ventunesimo giocatore della storia a riuscire in tale impresa.

Attualmente a quota 25.004 punti, Anthony è il terzo miglior marcatore tra i giocatori attualmente in attività, dietro soltanto a Dirk Nowitzki e LeBron James, e il ventunesimo di sempre nella classifica dei migliori marcatori di tutti i tempi della lega. Un altro traguardo da ricordare per il classe ’84, che non sarà più esplosivo come un tempo, non avrà più tanti anni davanti a sé per inseguire il titolo, ma resta uno dei migliori attaccanti in circolazione e continua a recitare un ruolo di primo piano nonostante abbia compiuto 33 anni lo scorso 29 maggio. Dopo i 30.000 raggiunti dall’amico LeBron James, tocca dunque ai 25.000 di Carmelo Anthony, altro fuoriclasse uscito dalla classe Draft 2003, una delle più ricche di talento di sempre.

Selezionato con la terza scelta assoluta dai Denver Nuggets nella sua New York, Anthony ha vissuto tanti alti e bassi nel corso della sua carriera e non è mai riuscito ad andare oltre le finali di Conference nei playoff. La scelta di trasferirsi agli Oklahoma City Thunder, dunque, è da interpretare come una volontà di lottare per obiettivi importanti, condividendo il parquet con altre due stelle del suo calibro, Paul George e Russell Westbrook. L’inizio di stagione piuttosto altalenante aveva fatto scatenare i critici, ma Melo ormai è abituato a finire sempre nell’occhio del ciclone e non ci ha fatto caso, lavorando duramente ed adattandosi sempre di più, fino a dimostrare a tutti, ancora una volta, che è tutt’altro che un giocatore finito.