Dopo 57 partite giocate nella Regular Season i Portland Trail Blazers si trovano al sesto posto nella Western Conference con un record di 31-26, tale record è dovuto in gran parte al signore in maglia numero 0: Damian Lillard.

Il nativo di Oakland sta avendo un’altra stagione mostruosa ( 26 punti, 4.5 rimbalzi e 6.5 assist a partita) coniata dalla chiamata all’All-Star Game dopo essere stato snobbato nelle ultime due stagioni, dimostrando la sua frustrazione ai giornalisti dichiarando: “Sono frustrato solo per il fatto che sembra sempre come se io non lo meritassi mentre gli altri se lo sono meritato”.

Damian ha dichiarato più volte sia ai giornalisti sia sui suoi profili social che non ha intenzione di lasciare i Blazers ed ha detto: “Voglio diventare il miglior Trail Blazer di sempre, e quando la gente parla di questa franchigia voglio che parlino di me. Voglio essere la prima cosa che viene in mente alla gente quando parlano dei Portland Trail Blazers”.

Durante le sue cinque stagioni trascorse a Portland, Damian si è dimostrato essere un grande leader soprattutto dopo gli addii di Aldridge, Matthews e Batum nell’estate del 2015 portando la squadra ai Playoffs nonostante non avesse il talento degli anni precedenti, guadagnandosi il rispetto da parte dei compagni come Evan Turner che dice: “Guarda quello che significa per la squadra: quanto tosto è, che tipo di leader è. Penso di non aver mai giocato con qualcuno che è cosi bravo e un grande, grande leader”.

Ma la carriera di Dame non è sempre stata cosi semplice, infatti da giovane mentre stava aspettando l’autobus per tornare a casa dalla palestra, tre uomini lo avvicinarono puntandogli una pistola alla testa e rubandogli i portafogli. Fortunatamente Damian diede immediatamente il portafogli agli uomini e non gli successe nulla, questo fatto lo portò a lavorare ogni giorno sempre di più per migliorare e trovare un posto migliore per la sua famiglia ( Dame è cresciuto a Oakland, California, una delle città più pericolose degli USA). Ha dovuto cambiare tre scuole prima di arrivare al College ma i maggiori programmi non vedevano in Damian un Playmaker titolare per la loro squadra fino a che non arrivò un’offerta da Weber State University, una piccola università nello Utah, Dame non vole più sentire alcuna offerta perchè Weber State fu la prima università a credere in lui. La prima stagione riuscì a vincere il Freshman of the year della propria Conference, nel secondo anno si infortunò dopo solo nove partite e perse la stagione ma tornò più forte di prima nella stagione da Senior, ma molti scout non volevano scegliere al draft per via degli infortuni e per il fatto che avendo giocato in un piccolo College ed in una Conference di basso livello non avrebbe retto il confronto con i Playmaker NBA.

Un’altra storia interessante su Damian Lillard è il suo numero, Dame indossa il numero 0, ma lui non vede quel numero, lui vede la lettera “O” che sta per Oakland, dove è cresciuto ed ha rischiato di morire da ragazzo.

Lillard è anche il giocatore più sottovalutato della Lega al momento, in parte per dove gioca, Portland non è mai stata sotto i riflettori di tutta la NBA, in parte perchè gioca in un’era piena di Playmaker di altissimo livello solo ad Ovest (Curry, Westbrook, Paul, Conley…) e questo porta a guardare solo i numeri di queste star e non i numeri di Dame, basta pensare che nelle ultime tre stagioni l’MVP è stato un Playmaker della Western Conference.

In conclusione, Damian Lillard probabilmente (se non sicuramente) non lascerà l’Oregon fino al suo ritiro e probabilmente non potrà mai competere per un anello, a meno che non riesca a portare qualche giocatore di livello a Portland (servirebbe disperatamente un’ala di livello) ma rimarrà per sempre nel cuore dei fan per la sua lealtà, talento e per la sua incredibile storia.