Infortunatosi al ginocchio nella sfida persa dai suoi Minnesota Timberwolves al cospetto degli Houston Rockets per 120-102, Jimmy Butler era uscito dal Toyota Center tra i calorosi applausi del pubblico, destando non poche preoccupazioni in quel di Minneapolis e non solo. In molti temevano una rottura del crociato, ma la risonanza magnetica ha evidenziato la rottura del menisco e quasi sicuramente l’ex Chicago Bulls si opererà.

 

I tempi di recupero vanno dalle quattro alle sei settimane: una notizia non certamente positiva per i Timberwolves, che dovranno concludere la stagione senza il proprio leader tecnico. Quest’anno, infatti, i Lupi di Minneapolis si sono resi protagonisti di un’avvincente cavalcata verso i playoff ed occupano attualmente il terzo posto nella Western Conference, ma non hanno ancora la certezza di approdare alla post season dopo tredici anni consecutivi di mancata partecipazione.

 

Pur avendo già a disposizione talenti del calibro di Karl-Anthony Towns e Andrew Wiggins, la vera svolta per i Lupi è arrivata la scorsa estate, con gli innesti degli ex Bulls Taj Gibson e, appunto, Jimmy Butler, che ha preso sin da subito in mano le redini della squadra. Oltre ad un notevole contributo in fase difensiva, la guardia classe ’89 si è fatta valere anche in fase offensiva, risultando un perno imprescindibile in entrambe le fasi per la squadra di coach Thibodeau, che lo allenò anche in quel di Chicago.

 

Dopo essersi messo in mostra nella Windy City, Butler si è insediato immediatamente alla grande in quel di Minneapolis e, con 22,2 punti, 5,4 rimbalzi e 5 assist per partita, con il 47,3% al tiro, rappresenta una certezza importante e non poco per gli ambiziosi Timberwolves. Nella peggiore delle ipotesi, il 28enne nativo di Houston tornerà appena in tempo per l’inizio dei playoff: da un lato, dunque, la notizia rincuora e non poco i tifosi di Minnesota, visto che in tanti si aspettavano uno stop molto più lungo.

 

Nonostante non sia ancora stato comunicato ufficialmente, pare che Butler abbia intenzione di operarsi, per poi tornare e dare una mano ai suoi nei playoff. I Timberwolves, dunque, saranno costretti a chiudere la regular season senza il proprio leader tecnico, giocandosi la qualificazione ai playoff nelle restanti diciannove partite, in cui tra l’altro affronteranno, tra le altre, avversarie del calibro di Boston Celtics, Golden State Warriors, San Antonio Spurs e Houston Rockets. Attualmente terzi con 37 vittorie e 26 sconfitte, i Lupi di Minneapolis sperano di riuscire a tenere a distanza di sicurezza le numerose inseguitrici (San Antonio, Portland, Denver, Oklahoma e New Orleans) fino al termine della stagione.

 

Impresa più che alla portata del gruppo guidato da coach Tom Thibodeau, anche se inevitabilmente senza l’apporto di un giocatore del calibro di Jimmy Butler le cose si complicano e non poco. Towns e Wiggins sono due ottimi giocatori, ma ancora troppo giovani e inesperti per poter bastare. Gibson è un gran difensore, tra i migliori sul perimetro nell’intera lega, ma da solo potrebbe rivelarsi insufficiente. Di giocatori come Butler, indispensabili ed efficienti su entrambi i lati del campo, del resto, ne girano pochi.

 

La difesa è sempre stata uno dei cavalli di battaglia di Thibodeau, ma quest’anno Minnesota non sta spiccando per solidità in fase difensiva: l’ex allenatore dei Bulls, dunque, dovrà trovare soluzioni alternative per far sì che i suoi restino la mina vagante che abbiamo ammirato finora, tra pregi e difetti, in modo tale che possano approdare tranquillamente ai playoff e dire la loro anche in post season. Non è semplice farlo senza un giocatore chiave (vedi New Orleans con Cousins, Oklahoma con Roberson, San Antonio con Leonard e, ad Est, Washington con Wall), ma le alternative non mancano.