Che Joel Embiid abbia raggiunto ormai da tempo la tanto agognata consacrazione è sotto gli occhi di tutti. Il possente centro camerunese dei Philadelphia Sixers appare sempre più determinante e imprescindibile per la franchigia della Pennsylvania e sembra destinato a dominare la lega negli anni a venire. JoJo è molto più che un giocatore incredibile: per i tifosi dei Sixers rappresenta la speranza, il coronamento del motto “Trust the Process”, soprannome che il quasi 24enne di Yaoundé ha subito fatto suo.

 

Dopo essere stato selezionato con la terza scelta assoluta al Draft del 2014, Embiid ha saltato le sue prime due stagioni in NBA, debuttando lo scorso anno, in cui peraltro è sceso in campo in appena 31 occasioni, non senza riuscire a mettersi in mostra (20,2 punti e 7.8 rimbalzi per gara, con il 46,6% al tiro). L’impiego ridotto a causa dei problemi fisici, dunque, non gli era stato particolarmente d’aiuto: del resto, se fosse stato in condizione per tutta la regular season avrebbe potuto tranquillamente vincere il Rookie of the Year.

 

É da quest’anno, però, che il classe ’94 ha trovato il modo di esprimere appieno il suo enorme potenziale, prendendo sin da subito in mano le redini della squadra insieme all’altra stella Ben Simmons, chiamato al Draft 2016 con la prima scelta assoluta e costretto a stare fuori per l’intera annata a causa di una frattura al quinto metatarso del piede destro, fermandosi proprio dopo aver mostrato ottime cose nel corso della Summer League.

 

Nel corso di questa stagione, Embiid ha preso parte per la prima volta in carriera all’All-Star Weekend, partecipando al Rising Stars Challenge e all’All-Star Game in quel di Los Angeles. Il giusto riconoscimento per un giocatore capace di mettere a referto 23,9 punti e 11,2 rimbalzi con il 49,1% al tiro nelle 47 partite fin qui giocate, permettendo ai Sixers di dire concretamente la loro in ottica playoff.

 

Philly sembrava aver perso ottimismo e fiducia nei confronti di una squadra che non disputa i playoff dal 2012 e nelle ultime cinque stagioni ha lasciato molto a desiderare, affidandosi al tanking con l’auspicio di pescare bene al Draft per costruire una squadra in grado di competere nel presente e, soprattutto, in futuro, attraverso la crescita dei tanti giovani talenti presenti nel proprio roster.

 

Premesse fin qui a dir poco rispettate, visto che Simmons e lo stesso Embiid hanno già dimostrato ampiamente di essere due giocatori in grado di fare la differenza sin da subito nella lega. L’ormai noto processo sorto all’insegna del motto “Trust the Process” sembra ormai essere giunto a compimento, anche se la NBA nasconde insidie da non sottovalutare e la conclusione della regular season è ancora lontana.

 

Considerando che i Sixers non hanno ancora avuto modo di usufruire dell’apporto della prima scelta dello scorso Draft, quel Markelle Fultz che ha disputato appena 4 partite fin qui, quel che è certo è che Philadelphia abbia davanti a sé un futuro roseo e luminoso, che rappresenterebbe il giusto premio per tanti anni passati a guardare, in attesa di un cambiamento graduale quanto necessario. Pur privi di Fultz, i ragazzi di Brett Brown si stanno esprimendo su livelli altissimi, anche grazie all’apporto di veterani quali J.J. Redick e il nuovo arrivato Marco Belinelli.

 

Mentre Simmons è uno dei candidati al Rookie of the Year, avendo saltato tutta la regular season 2016-2017, Embiid rappresenta il perno principale della squadra, un elemento insostituibile in grado di fare la differenza su entrambi i lati del campo, di stravincere i duelli a rimbalzo, di stoppare con facilità disarmante, di schiacciare poderosamente a canestro e, per non farsi mancare nulla, di tirare in maniera piuttosto efficace da dietro l’arco.

 

Il suo status di giocatore affermato, e non più, dunque, di giovane promessa, è certificato dal rispetto che nel corso del tempo si è guadagnato, anche e soprattutto da parte dei veterani e dei giocatori più influenti della lega. Tra questi, menzione speciale per Kevin Durant, che ha speso parole di elogio e stima nei confronti di Embiid, pronunciate lo scorso sabato 17 febbraio, in seguito all’allenamento di preparazione all’All-Star Game, disputatosi il giorno seguente in quel di Los Angeles.

 

“Può tirare da tre, può dribblare. Ha sviluppato le sue abilità nel tempo, è un grandissimo giocatore e un ragazzo che merita rispetto. Sono certo che quando mi ritirerò, lui dominerà la lega”, ha dichiarato Kevin Durant, che conferma di condividere l’opinione di molti suoi colleghi, giornalisti, addetti ai lavori ed appassionati di NBA, ossia il fatto che Joel Embiid sia destinato a recitare un ruolo di primo piano nella lega nei prossimi anni.