“Questo è il futuro dell’NBA, l’NBA è in ottime mani con Ben, Joel e tanti altri simili a loro.”

Queste le parole di uno come Dwyane Wade, che nell’NBA ha fatto la sua parte, essendo anche ritenuta tra le migliori guardie della storia. Un uomo capace di sorprendere anche all’età di 36 anni, età che non assicura più l’esplosività di una volta mettendo in dubbio la sua presenza sul parquet anche l’anno prossimo. Dopo essere stato eliminato dai Philadelphia 76ers al primo turno dei playoff il giocatore ha lasciato la dichiarazione scitta sopra nella quale parla di lasciare l’NBA in buone mani e quindi aumentando i rumors su una sua pensione prevista già per quest’anno.

Ma l’argomento principale di questo articolo è però un altro. Infatti il numero 3 evidenzia le buonissime doti del centro camerunese Joel Embiid e del probabile rookie of the year Ben Simmons. Il primo è tornato dopo quasi due anni di infortunio che gli hanno limitato il minutaggio nelle sole 31 partite giocate la scorsa stagione, dove ha comunque dimostrato un potenziale colossale che allenato bene avrebbe potuto fruttare molto alla franchigia dell’amore fraterno, che non andava ai playoff dalla stagione 2011-2012. Nella regular season corrente viaggia a medie di 22.9 punti e 11 rimbalzi, che gli hanno assicurato la sua prima chiamata agli All Star Game di Los Angeles. Numeri importanti per un talento così giovane e con così poca esperienza.

Ben Simmons, come il compagno, ha dovuto saltare una stagione intera per un infotunio al metatarso. Ma appena tornato non ha deluso le aspettative, essendo spesso paragonato a Magic Johnson e poi definito l’erede al trono da LeBron James per le sue caratteristiche fisiche unite alla vista del gioco grazie alla quale registra 8.2 assist a partita. Ma fosse solo per questo si potrebbe, seppur difficilmente, limitare anche lui. Però il suo gioco di squadra regala punti e possessi alla sua squadra, che vede in lui un giovane leader.

I Philadelphia 76ers hanno la possibiità, quest’anno più che mai, di raggiungere le Finals. Ma per farlo devono essere in grado di recuperare il 2 a 0 dei Boston Celtics e riuscire poi a battere la vincente tra i Cavaliers e i Raptors. Non un impresa facile ma come si dice la speranza è l’ultima a morire.