Einstein diceva che era più difficile spezzare un pregiudizio che un atomo. Quanta
ragione aveva. Vi sarà sicuramente capitato di essere additati come “quello/a”.
Sentire sulle vostre spalle il “peso” di un nomignolo, un soprannome, e non per
forza con un’accezione negativa. Soffocare al solo pensiero di non poter
soddisfare noi stessi, prima che gli altri. Non sentirsi giusti, perfettamente
calati nella realtà che ci circonda, e renderci conto che da un giorno
all’altro siamo uno come tanti, nonostante il giorno prima eravamo “DIO”.
Essere chiamati al Draft, nei primi 60 della nazione, per noi umani deve essere
una sensazione dionisiaca, pensate quanto possa valere per un ragazzo di 19
anni che proviene da una realtà in cui il più fortunato passa 10 anni in
carcere.
D’Angelo Russell, nasce il 23 febbraio del ’96, a Louisville, città che diede i natali a tanti esponenti dello sport americano, su tutti Cassius Clay, in arte Muhammad Ali. Il pugile sarà il suo punto di riferimento e il suo idolo. Nascere e vivere nei quartieri più difficile di Louisville non è certamente facile. D’Angelo quindi deve imparare sin da piccolo che nessuno gli regalerà niente e che solo con il sudore e il duro lavoro riuscirà ad emergere e a spezzare, forse, quel bieco pregiudizio che lo accompagnerà nell’NBA. DLo, così soprannominato, inizierà giocare a basket all’età di 9 anni. Già dai primi anni il potenziale si vedeva. C’era il giusto mix di talento, dedizione e voglia di rivalsa, che molti hanno, ma che in pochi sanno sfruttare fino in fondo. All’high school, almeno inizialmente era iscritto alla Central HS di Louisville, la stessa del suo idolo Muhammad. Successivamente si trasferì in Florida per giocare per Monteverde, dove conobbe i suoi futuri colleghi Ben Simmons e JoJo Embiid (di due anni più grande). Come detto sin dai primi passi mossi nel mondo cestistico, DLo è un’ottima point guard. Tutti i coach stravedono per lui. Era capace di inserirsi in qualunque sistema e riusciva ad esaltare il gioco dei compagni. “Ha la capacità di passare la palla e migliorare gli altri ragazzi. Ha ottime qualità offensive.” Dirà il suo futuro coach ai Lakers, Byron Scott. Negli anni a Monteverde aiuterà la squadra a vincere il National High School Invitational championship per due anni consecutivi, prima di approdare ad Ohio State University.
Al college vincerà svariati premi, tra cui il Jerry West Award, che va alla miglior shooting guard della nazione. Quello che però lo porterà verso il “cap”, il simbolico cappellino che ricevono i rookie il giorno del Draft, sarà, come da lui stesso definito, il suo “journey”. Sin da piccolo infatti è sempre stato competitivo, con i suoi fratelli ad esempio faceva a gara a chi era il più veloce, a chi mangiava più sandwich, e tutto ciò lo ha portato a competere sempre con i migliori. He really is just a kid from Louisville, with a big heart and big dreams. Perchè nascere in un quartiere dove i colpi di pistola sono il suono che scandisce la tua giornata non è facile per niente, ed il basket l’ha salvato. Scuola e allenamento, per provare a raggiungere le stelle.
“With the second pick NBA draft, the Los Angeles Lakers select D’Angelo Russell from Ohio State.”
Da qui la sua vita cambia, DLo ha raggiunto un suo primo obiettivo, essere nell’NBA. Chi segue questo sport meraviglioso, sa quanto possa essere bello e struggente questa lega. Il draft per molti è un punto di arrivo, chiedete a Okafor, e questo rilega nel dimenticatoio le piccole stelle ammirate al college. A Los Angeles DLo, soffre e tanto. Non riesce ad esprimere tutto il suo potenziale. Infortuni a parte, non riesce a gestire la squadra fatta di tanti giovani e promettenti stelle. Sul groppone ha il numero #2. Il peso di essere scelto alla 2, una delle scelte più alte nella storia dei Lakers. DLo crolla fisicamente, nel novembre 2016 infortunio che lo terrà fuori fino a fine gennaio. E crollerà anche emotivamente non riuscendo più ad essere quel ragazzo che la sua little sister Chloe definisce come funny e silly.
Nel luglio del 2017 viene scaricato dai Lakers per Brook Lopez, ora in forza ai Bucks, per approdare ai Nets, che stavano e stanno, solo ora vedono qualche profitto, affrontando un lungo processo di rebuilding in seguito ad una delle trade più scellerate della storia della NBA, la famosa trade con Boston. DLo rimane scioccato, ma sa che in questa lega sono cose che “capitano”, eppure non ti aspetti mai che tu ne sia protagonista. A Brooklyn però vede un’occasione di rivalsa. Quel palazzetto (Barclays Center ndr) che due anni prima gli aveva aperto le porte per il suo sogno ora sarà la sua casa. Viene scelto al draft dai Lakers, ma D’Angelo non vuole farsi ricordare per quello. Ai Nets vuole costruire la sua “legacy”. Tutta la franchigia di è affidata a lui e quest’anno finalmente lo sta dimostrando. A livello di stats è forse la sua migliore stagione eppure quello che salta agli occhi e che davvero sta mostrando il ghiaccio che ha nelle vene. Sempre più giocatore da clutch time. Il suo dente avvelenato ha già colpito le grandi della lega e nelle ultime 5 partite, prima di sta notte, viaggiava ad una media di 27.8 punti a partita ed una voglia matta di non fermarsi più.
“Un uomo va giudicato dalle scelte. Non tanto da quelle giuste, ma da come è riuscito a venirne fuori da quelle sbagliate.”
D’Angelo Russell, il viaggio è appena cominciato.
Giuseppe La Gatta