Si è una provocazione bella e buona, eppure se ci fermiamo a pensare un attimo 15/20 anni fa il nostro campionato era il principale in Europa, secondo, nel mondo, solo a quello Americano. Strano vero?
Il declino del basket nostrano é coinciso con la crescita a dismisura del campionato Americano e di altri campionati europei, turco, greco e spagnolo per citarne alcuni. Nonostante sia attualmente il 5 campionato europeo, qualche mese fa ha fatto strabuzzare gli occhi a giornalisti illustri oltre oceano.
Il New York Times infatti ha scritto delle Final 8 di Firenze che cadevano in concomitanza all’All Star Game di Charlotte.
Per chi non lo sapesse sono state vinte da Cremona, la prima coppa Italia della storia della società, la terza per Meo Sacchetti (Sassari 2014,15 e Cremona 2019) allenatore anche dell’ItalBasket.
Il Times scriveva di una pallacanestro, senz’altro, meno tecnica e spettacolare, ma d’altro canto, un basket più competitivo, tecnico e difensivo. Le partite peró, in quel di Firenze, si sono decise tutte o quasi all’ultimo possesso, e per l’antagonismo messo in campo si è pensato di esportare il format anche nel paese a stelle e strisce.
Adam Silver, commissioner della Lega, ha dichiarato proprio questa intensione. In un intervento al Sloan Sports Analytics Conference, ha parlato proprio del futuro della Lega.
Gli interventi che prevede Silver non sono pochi e nemmeno pacifici.
Innanzitutto si ipotizza un nuovo sistema di distribuzione del prodotto NBA. Con i rating televisivi in calo, e con una platea tra le più giovani di tutti gli sport, si prevede di esportare il prodotto sui social proprio per favorire l’accesso a più contenuti da parte dei “millenials“, a discapito peró delle grandi pay tv che monopolizzano il mercato televisivo. Ma quello che su cui più preme il commissioner è senz’altro il campionato.
Un campionato lungo, troppo. 82 partite di cui oltre la metà giocate con il freno a mano tirato da molte squadre, soprattutto ad Est, solo per accaparrarsi un posto nella post season, mentre altre, vedi Cavs, Knicks, Suns fanno la gara a chi perde più partite. Difese di burro e campionato lunghissimo sono le cause dei ridotti share che la lega sta affrontando da diversi anni, con il livello che peró sale esponenzialmente durante i PO. Ridurre il campionato a 70, 72 partite significa anche diminuire gli incassi delle franchigie, con circa 8 partite in meno l’anno e soprattutto diminuire del 20% lo stipendio dei giocatori, che ricordiamolo sono pagati per le partite giocate. Decisione quindi non proprio pacifica e se questo non dovesse bastare, il commissioner ha già in mente di eliminare l’All Star Game (magari spostandoli oltre oceano per aumentare la visibilità soprattutto nei paesi asiatici) , introducendo un torneo, sulla falsa riga delle final 8 italiane, ad inizio, o molto più probabile a metà stagione per mettere in palio un trofeo per evitare il tanking sfrenato di molte squadre.
Che diventi presto una realtà? Non possiamo saperlo, eppure molti ritengono sia una soluzione dura quanto importante da prendere per far crescere sempre di più l’NBA e il prodotto NBA nel mondo che ogni giorno ci regala comunque emozioni uniche.