Prima del termine della regular season, conclusa col record di 37-45 in seguito al ko per 104-101 allo Staples Center contro i Portland Trail Blazers, i Los Angeles Lakers hanno dovuto fare i conti con l’ennesimo colpo di una scena di una stagione che li ha visti cominciare da potenziali outsider per chiudere con l’etichetta di più grande delusione: le dimissioni di Magic Johnson.

L’ormai ex presidente dei Los Angeles Lakers, nonché ex gloria dei gialloviola sul parquet, tra i migliori di sempre ad aver indossato la canotta della franchigia losangelina, ha spiazzato un po’ tutti con una conferenza stampa a sorpresa prima dell’ultima palla a due della stagione, motivando la propria decisione con la volontà di essere più libero.

Del resto, negli ultimi mesi il suo operato è stato duramente criticato da appassionati e addetti ai lavori, soprattutto in seguito alla mancata trade per Anthony Davis e alla cessione del giovane lungo Ivica Zubac per Mike Muscala, oltre che per i risultati negativi che hanno fatto colare a picco la stagione dei Lakers.

“Ho deciso di rassegnare le dimissioni dal ruolo di presidente della franchigia perché mi sentivo intrappolato e non mi piaceva. Io sono uno spirito libero, voglio tornare a condurre la vita che facevo prima di ricoprire questo ruolo. Non riesco a dirlo a Jeanie Buss, qualcuno dovrà farlo al posto mio. Io e lei non abbiamo mai avuto diverbi, non voglio che ci sia una prima volta. E, soprattutto, non voglio interferire nel rapporto tra lei e Luke Walton. Francamente mi divertivo più da ambasciatore della squadra che da presidente. Mi sembra assurdo che per colpa di questo ruolo non abbia potuto fare i complimenti a Russell Westbrook per la sua prestazione da 20 punti, 20 rimbalzi e 20 assist o che sia stato multato per aver elogiato pubblicamente Giannis Antetokounmpo, per esempio.”, ha dichiarato il diretto interessato in merito alla propria decisione di lasciare la presidenza dei Lakers dopo poco più di due anni.

Magic Johnson non ha avuto tempo e modo di riportare i gialloviola ai playoff, ma verrà comunque ricordato per aver messo a segno il colpo del secolo, firmando LeBron James nella scorsa free agency. Un pezzo di storia dei Lakers, seppur in una veste diversa da quella di giocatore, dunque, lascia la squadra, tre anni dopo il ritiro di Kobe Bryant. Tra qualche settimana, probabilmente, potrebbe essere il turno di coach Luke Walton: a Los Angeles sta per iniziare un nuovo ciclo?