Questa notte alle 21:30, Golden State Warriors e Houston Rockets si ritroveranno di fronte ai playoff, un anno dopo la serie di Finali di Conference che si risolse in gara-7, con la franchigia della Baia capace di volare alle Finals per il quarto anno consecutivo e di vincere, contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James, il suo terzo anello nel giro di quattro anni.

Tra i protagonisti della marcia trionfale dello scorso anno spicca Kevin Durant, che chiuse la serie contro i Razzi con 30.4 punti, 5.7 rimbalzi, 2.7 assist e quasi una stoppata di media col 46% al tiro e il 40% da dietro l’arco. 

KD si è reso protagonista anche nelle scorse Finals, trascinando i suoi Warriors alla vittoria per 4-0 contro i Cavs e vincendo il suo secondo MVP delle Finali consecutivo. Quest’anno, invece, Durant ha recitato un ruolo di primo piano nel successo per 4-2 contro i Los Angeles Clippers al primo turno.

Per lui, infatti, ben 35 punti, 5.3 rimbalzi, 5.3 assist, 1.5 palle recuperate e 1.2 stoppate di media col 57% dal campo e il 40% dalla lunga distanza, con la prestazione da incorniciare nella decisiva gara-6: 50 punti (career-high ai playoff), 6 rimbalzi, 5 assist, un recupero e una stoppata col 58% al tiro (15/26) e il 43% da tre (6/14).

Un biglietto da visita niente male per presentarsi nuovamente al cospetto dei Rockets, squadra di cui l’ex OKC riconosce l’enorme valore. “Ogni volta che ci sfidiamo sul parquet, il basket è ai suoi massimi livelli.”, ha dichiarato infatti il classe ‘88 in merito ai prossimi avversari dei suoi Warriors.

In conferenza stampa gli è stato poi chiesto se lui e i suoi compagni avessero delle tattiche per non mandare spesso in lunetta James Harden, suo ex compagno di squadra tra le file dei Thunder. “Non sa fare solo questo. Tira molto bene i floaters e ha un micidiale step-back da tre punti. Non ho mai pensato che James fosse solo un tiratore di liberi.”