La storia di Jaylen Brown è molto particolare e ricca di avvenimenti a dir poco significativi. Al pari di tanti suoi colleghi, infatti, il classe ’96 in forza ai Boston Celtics ha dovuto fronteggiare situazioni decisamente complicate prima di riuscire a coronare il suo sogno e diventare un giocatore professionista nella lega più importante al mondo, peraltro nella squadra più vincente della lega, capace di mettere nella sua bacheca ben 17 anelli.

Nato in Georgia, Brown ha avuto un rapporto piuttosto complicato con uno dei suoi insegnanti, che gli aveva preannunciato un destino infelice e, per fortuna dell’attuale numero 7 dei Celtics, tutt’altro che corrispondente alla realtà dei fatti. L’insegnante in questione, infatti, aveva affermato che Brown sarebbe finito presto in prigione, come emerge da un tweet pubblicato dal diretto interessato cinque anni fa, due anni prima di compiere il grande salto nella NBA (i Celtics lo selezionarono con la terza scelta assoluta al Draft 2016). Come sappiamo, le cose sono andate in maniera nettamente diversa.

Tuttavia, il 23enne non ha incolpato l’insegnante per l’accusa, ma ha provato ad analizzare a fondo la questione. “Forse ciò avviene a causa di un sistema educativo troppo poco efficiente e in seguito all’eccessivo numero di bambini di cui un insegnante deve occuparsi. Di certo non intendo incolpare nessuno, è chiaro che gli insegnanti non abbiano abbastanza aiuto. Sono felice che il tweet che feci nel 2014 si sia diffuso, spero possa essere d’aiuto per motivare i bambini di tutto il mondo, soprattutto quelli che crescono nelle zone più in difficoltà, come l’area metropolitana di Atlanta. Sicuramente è duro sia insegnare per i professori che imparare per i bambini in contesti del genere.”, ha dichiarato il prodotto di Berkeley University.