Pochi giorni fa i San Antonio Spurs si sono arresi al cospetto dei Denver Nuggets nella decisiva gara-7 del primo turno dei playoff, cadendo per 90-86 al Pepsi Center di Denver. La sconfitta riportata in Colorado fa calare il sipario sulla ventiduesima post season consecutiva degli Speroni, che dal 1998 si qualificano ai playoff.

Com’è noto, la NBA è fatta di cicli, di squadre che rinascono dalle proprie ceneri, il tutto per garantire una progressiva alternanza di squadre che lottano per il titolo e squadre che ricostruiscono come meglio possono il proprio futuro, tramite trade dei propri giocatori chiave e scelte alte al Draft, ricorrendo spesso e volentieri al cosiddetto tanking.

Una tendenza cui gli Spurs si sono rivelati poco inclini, tanto da essere sempre in grado di competere nonostante le numerose partenze cui hanno dovuto far fronte negli ultimi anni, tra cui il ritiro di Tim Duncan nel 2016 e gli addii di Tony Parker e Kawhi Leonard la scorsa estate (il primo ha firmato un biennale con gli Charlotte Hornets, il secondo è stato spedito ai Toronto Raptors in cambio di DeMar DeRozan), oltre al recente ritiro di Manu Ginobili.

Anche quest’anno, infatti, San Antonio è riuscita a raggiungere la post season, trascinata dai sempiterni LaMarcus Aldridge, Rudy Gay, Patty Mills e Marco Belinelli, dal nuovo arrivato DeRozan e dalle piacevoli scoperte Bryn Forbes e Derrick White. Proprio questi ultimi rappresentano le ennesime scommesse vinte da Gregg Popovich, un vero e proprio maestro nel consacrare le carriere di giocatori apparentemente destinati a non lasciare il segno.

Approdato sulla panchina degli Spurs nel 1996, all’ombra dell’Alamo coach Pop ha vinto sin qui cinque anelli NBA, in tre occasioni è stato nominato Coach of the Year e quattro volte ha avuto l’onore di guidare la selezione della Western Conference all’All-Star Game. Oltre a ciò, grazie alla vittoria in gara-1 sul campo dei Denver Nuggets nel recente primo turno di playoff, Popovich è diventato l’allenatore più vincente della storia, portandosi a quota 1413 vittorie tra regular season e playoff.

Un traguardo leggendario per un uomo che non ha mai placato la propria fame di sfide e trionfi. Chiunque al posto suo sarebbe sazio, ma lui non ha proprio intenzione di porre fine alla sua più che ventennale avventura da condottiero di una squadra entrata di diritto nella leggenda. Dopo aver scherzato a più riprese sul suo futuro (“Sono in trattativa con tre squadre: Spurs, Portofino e Positano”, aveva risposto a chi gli chiedeva la sua decisione per la prossima stagione), infatti, Popovich ha annunciato l’ufficialità del suo rinnovo triennale – fino al termine dell’annata 2021-2022 – con gli Speroni.

Una notizia che fa felici non soltanto i tifosi di San Antonio, ma anche e soprattutto tutti coloro che amano la pallacanestro a stelle e strisce e che proprio non si arrenderebbero all’idea di non vederlo più sulla panchina degli Spurs. Perché Gregg Popovich, a prescindere da tutto, è una leggenda vivente impossibile da non amare.