La scorsa estate la NBA è stata letteralmente sconvolta dalla firma di LeBron James con i Los Angeles Lakers. Il Re, si sa, fa sempre notizia e la sua decisione di firmare con la franchigia gialloviola si prese le copertine dei giornali. Tuttavia, non è passata inosservata una trade che nessuno si sarebbe aspettato, ossia quella tra Toronto Raptors e San Antonio Spurs, che ha portato DeMar DeRozan all’ombra dell’Alamo e Kawhi Leonard in Canada.

Reduci da anni di delusioni ai playoff, i canadesi hanno deciso di sacrificare il proprio uomo franchigia, spesso criticato per la scarsa capacità di risultare decisivo in post season, e puntare tutto su uno che l’anello al dito se l’era già messo nel 2014 (con tanto di MVP delle Finals), ma che al contempo rappresentava un punto interrogativo dal punto di vista fisico (appena 9 le partite giocate nel 2017-2018 con gli Speroni, tutte in regular season).

In molti, infatti, ritenevano che l’affare l’avessero fatto gli Spurs e che liberarsi del proprio miglior giocatore per un’incognita – peraltro in scadenza di contratto e apparentemente desideroso di giocare nella sua città, Los Angeles – era soltanto l’ultima di una lunga serie di mosse sbagliate dalla dirigenza di Toronto. Col senno di poi, i Raptors si sono rivelati abilissimi nella gestione fisica di Leonard, che dal canto suo ha ripagato la fiducia della franchigia canadese a suon di prestazioni esaltanti, trascinandola al secondo posto a Est con medie di 26.6 punti, 7.3 rimbalzi, 3.3 assist e 1.8 recuperi per partita col 50% al tiro e il 37% da tre in 60 presenze.

The Claw, però, non si è limitato a far sognare i Raptors in regular season, anche perché alle stagioni regolari da dieci e lode i tifosi canadesi sono abituati da tempo. In Canada attendono da tempo il salto di qualità ai playoff, cosa mai riuscita anche e soprattutto a causa dei tanti blackout del duo Lowry-DeRozan e della supremazia di LeBron James a Est (8 Finals consecutive tra Miami Heat e Cleveland Cavaliers).

Leonard sta viaggiando a medie di 31.2 punti, 8.2 rimbalzi e 3.5 assist col 57% dal campo e il 47% da dietro l’arco in questa post season e, dopo aver recitato un ruolo fondamentale nella serie del primo turno vinta per 4-1 contro gli Orlando Magic, sta facendo addirittura meglio nel secondo turno con i Philadelphia Sixers, una delle tante corazzate che puntano al trono della Eastern Conference, lasciato vacante dal sopracitato LeBron.

Una doppia doppia da 45 punti, 11 rimbalzi, 2 assist, altrettanti recuperi e una stoppata col 70% al tiro (16/23) il suo biglietto da visita in gara-1, vinta per 108-95 dai suoi Raptors, per mettere le cose in chiaro sin da subito. L’investimento di Toronto, troppo rischioso per molti, sta dando i suoi frutti. La coppia Leonard-Siakam fa sognare i dinosauri in un anno in cui provarci è realmente possibile, nonostante la folta concorrenza.

The Hand – che sta facendo registrare medie di 30.3 punti, 7.7 rimbalzi, 4 assist e ben 4 palle recuperate col 48% dal campo e il 50% da oltre l’arco nelle cinque partite sin qui giocate contro i Sixers (3-2 per i Raptors) – potrebbe aver trovato in Toronto il posto giusto per proseguire la sua carriera e provare a conquistare i riconoscimenti più ambiti.

Riservato com’è, Leonard non ha mai diffuso indizi concreti circa le proprie intenzioni per il futuro, limitandosi a rispondere alle tante domande sulla free agency con un laconico: “Sono concentrato sulla stagione in corso”. Che sia concentrato se ne sono accorti tutti, tanto che per il giornalista Stephen Smith “sta giocando ai livelli di Michael Jordan” e per Max Kellerman “è già superiore a Kobe Bryant.”

Al di là dei confronti con i campioni del passato e i discorsi sul suo futuro all’orizzonte, quel che è certo è che Kawhi Leonard stia disputando dei playoff da fantascienza, innegabilmente i migliori della sua carriera, e che abbia una voglia matta di vincere dopo un anno passato in gran parte lontano dal parquet e le tante speculazioni sulle sue condizioni fisiche. Che sia l’inizio di una nuova era in quel di Toronto?