Dopo aver rinnovato coi Philadelphia Sixers (quinquennale da ben 170 milioni di dollari per lui), Ben Simmons si prepara a vivere la sua terza stagione in NBA, quella che potrebbe consacrarlo una volte per tutte ad alti livelli e spazzare via definitivamente le critiche dei suoi numerosi detrattori.

Nonostante sia un giocatore molto duttile e versatile, in grado di fare la differenza su entrambi i lati del campo e di abbinare molto bene l’aspetto tecnico a quello fisico, infatti, il talento australiano non è mai riuscito a sviluppare un affidabile jump shot nei primi due anni trascorsi nella lega. In fase offensiva, Simmons si affida per lo più a penetrazioni al ferro concluse con schiacciate o layup e in carriera ha il 58% dalla lunetta e non ha mai segnato una tripla, fallendo tutti e 17 i tentativi da dietro l’arco (11 nella stagione da rookie e 6 l’anno scorso).

Un limite notevole che lo priva di tante soluzioni in attacco. Se fosse dotato di un tiro più efficiente, infatti, il classe ‘96 renderebbe molto più complicate le cose alle difese avversarie e il reparto offensivo dei Sixers ne gioverebbe e non poco. L’età è dalla sua parte e il tempo per migliorare c’è, ma di certo la NBA non è una lega in cui si può prendere sotto gamba qualche aspetto.

“Se continuasse a lavorare sul suo jump shot, potrebbe sicuramente diventare uno dei migliori di sempre.”, ha dichiarato in merito Charles Barkley, attualmente opinionista di TNT ed ex giocatore, tra le tante, proprio dei Philadelphia Sixers dal 1984 al 1992. Riuscirà il Rookie of the Year del 2018 a centrare l’obiettivo?