I Miami Heat hanno iniziato molto bene la stagione, vincendo ben cinque delle prime sette partite, di cui due contro Milwaukee Bucks e Houston Rockets. Merito dell’arrivo di Jimmy Butler, ma anche e soprattutto dei tanti colpi di mercato di un front office che ha saputo farsi valere nonostante un salary cap ingolfato. In particolar modo, spiccano le prestazioni dei rookie Kendrick Nunn, undrafted, e Tyler Herro.

Quest’ultimo, tredicesima scelta assoluta allo scorso Draft, sta dando continuità a un’ottima serie di prestazioni tra Summer League e preseason, viaggiando attualmente a medie di 13.7 punti, 5.6 rimbalzi, 2.6 assist e quasi una palla recuperata per partita col 42% al tiro e il 35% da dietro l’arco in poco più di 30′ a gara nelle sue prime sette gare in NBA.

19 anni compiuti lo scorso 20 gennaio, il prodotto di Kentucky è stato voluto fortemente dai Miami Heat, che hanno deciso di puntare su di lui al Draft e non hanno mai valutato la possibilità di inserirlo in eventuali trade per qualche stella (gli Oklahoma City Thunder, ad esempio, lo avevano richiesto nell’ambito del possibile passaggio in Florida di Russell Westbrook, prima che quest’ultimo si trasferisse agli Houston Rockets).

“Guardo sempre Devin Booker e penso che abbiamo lo stesso fisico e che non ci sia nulla di quello che fa lui che io non sappia fare. Ovviamente, parliamo di un giocatore che sta per diventare All-Star, non voglio scomodare paragoni importanti. Semplicemente, penso di poter arrivare ai suoi livelli se dovessi continuare a migliorare.”, ha dichiarato Herro in merito al suo punto di riferimento, Devin Booker, che sta facendo registrare medie di 26.1 punti, 3.6 rimbalzi e 5 assist col 53% dal campo e il 50% dalla lunga distanza, con i suoi Phoenix Suns che hanno lo stesso record dei Miami Heat (5-2).