Giannis Antetokounmpo, fino a qualche tempo fa, probabilmente non si sarebbe mai aspettato di diventare uno dei giocatori di basket più forti al mondo.

La sua, infatti, è una storia che merita di essere ricordata, perché è una storia piena di sacrificio e passione. I suoi genitori erano nigeriani, e da piccolo era costretto a vendere oggetti di valore perché i suoi non riuscivano a trovare lavoro.

Nonostante fosse nato in Grecia, dovette aspettare i 18 anni prima di prendere la cittadinanza greca.

Nel 2012 comincia la sua carriera professionistica nella A-2 greca con la maglia dei Filathlikitos.

Nell’aprile 2013 decide di tentare il grande salto, e si dichiara eleggibile per il Draft NBA, in cui viene selezionato con la quindicesima scelta al primo giro dai Milwaukee Bucks.

Dopo una stagione d’esordio anomala, già dal secondo anno comincia a far vedere di che pasta è fatto.

Le sue statistiche migliorano sia nel secondo che nel terzo anno in America, ma è durante il quarto anno che le sue statistiche aumentano di brutto. Infatti, al termine della stagione vince il premio come giocatore più migliorato.

Ma in questi anni si migliora anche dal punto di vista dei risultati di squadra. Nel 2017 e nel 2018 i Bucks vengono eliminati al primo turno dei playoff, prima da Toronto e poi da Boston , nonostante le ottime prestazione del greco.

Dopo aver terminato la regular season al primo posto, i Bucks eliminano prima Detroit e poi Boston, ma perdono le finali di conference contro Toronto.

I Bucks perdono la serie grazie soprattutto all’ottima difesa di Leonard e compagni sul greco, che comunque termina i playoff con 25.5 punti.

Nel giugno 2019 vince l’MVP, avendo concluso la scorsa stagione con 27.7 punti di media a partita, conditi da 5.9 assist e quasi 13 rimbalzi.

Nonostante sia ormai una stella del basket mondiale, sta mostrando a tutti che bisogna sempre rimanere umili, come ha dichiarato lui stesso:” Non dovrei essere qui, non sono una prima scelta come LeBron. Sono solo felice di essere dove sono adesso”. E ci credo, chi non lo sarebbe?

A dimostrazione di tutto ciò c’è che quest’anno viaggia a una media di 30 punti e quasi 13 rimbalzi. Infatti, il favorito alla vittoria dell’MVP è ancora lui.

Il numero 34 dei Bucks, quindi, è entrato a far parte di quel ristretto club di cestisti non scelti tra i primi dieci al Draft che poi sono diventati grandi giocatori.

Oltre a lui, fanno parte di questo ristretto club giocatori del calibro di Kobe Bryant – scelto alla 13 -, Manu Ginobili – scelto alla 58 – e Tony Parker, scelto alla 28.

Il greco sta dimostrando a tutti una cosa molto importante, che va ben oltre la pallacanestro. Sta mostrando che nella vita, con il sacrificio e con la forza di volontà, si va sempre molto lontano. E questa cosa non è da tutti.

Il decennio che verrà, molto probabilmente, lo incoronerà come nuovo Re della Lega e lo vedrà entrare tra le leggende di questo sport.