Da qui fino alla pausa per l’All-Star Game i Lakers hanno in programma una serie di sfide molto importanti e affascinanti, sfide che ci diranno se sono veramente loro i favoriti per la vittoria finale.

Questo calendario non facile si è aperto con l’importante vittoria in quel di Houston, tra l’altro con Anthony Davis e Rajon Rondo fermi ai box.

Ora,però, i losangelini sono attesi da una serie da un giro di quattro trasferte ad Est, a cominciare dalla partita di stanotte contro Boston.

La sfida tra Lakers e Celtics è da sempre il vero “clasico” della NBA. L’anno scorso vinsero LeBron e compagni 128-129 grazie al canestro sulla sirena di Rondo.

La sfida non sarà semplice per LA per una serie di motivi. Il primo è che Smart e compagni in casa hanno un record di 16 vinte e 5 perse. Inoltre, Boston viene da un momento non facile, visto che ha perso le ultime tre.

I Celtics hanno una buona difesa, e sono la terza miglior squadra per percentuale di tiri liberi messi a segno, mentre i gialloviola, in questa classifica, sono soltanto al venticinquesimo posto.

Al contrario, i Lakers sono primi per percentuale di tiri segnati (48.6%), mentre Boston è solo sedicesima (45.7%)

Dopo la super-sfida di stanotte, LeBron e compagni andranno a New York per sfidare in back to back prima i New York Knicks e poi i Brooklyn Nets dell’ex compagno di LeBron, Kyrie Irving, rientrato alla grande dall’infortunio.

Entrambe le sfide non dovrebbero rappresentare una minaccia per la squadra di Vogel, viste le statistiche e i record delle due squadre. Inoltre, i gialloviola, in questa stagione, hanno sempre vinto contro squadre che hanno un record inferiore al 50%.

I Lakers, però, non devono commettere l’errore di sottovalutare l’avversario, perché le insidie sono sempre dietro l’angolo.

Il giro ad Est si concluderà con un altra super-sfida, quella contro i 76ers di uno dei possibili eredi di LeBron, Ben Simmons.

Philadelphia finora ha perso solo due partite in casa, contro gli Heat e contro Dallas, mentre i Lakers, in trasferta, hanno perso solo tre volte.

Questa sarà la “sfida degli assist”, infatti i Sixers sono la terza miglior squadra per percentuale di assist a partita (26.3%), mentre i Lakers sono la quinta (26.1%). Inoltre, LA è quinta per palle recuperate (8.5 a partita), mentre i Sixers sono settimi (8.2)

Il dato più impressionante riguarda, invece, i punti a partita delle due squadre. I Lakers, in questa classifica, sono sesti (114.2), Phila, invece, è soltanto ventiduesima (108.5).

Dopo il giro ad Est, la squadra di Vogel sei dei successivi nove match, tutti contro squadre della Western Conference.

Si comincia con il terzo derby stagionale con i Clippers, in programma il 29 gennaio. Le prime due partite sono state vinte da George e compagni, per i gialloviola è arrivata l’ora di invertire questo trend.

Come era prevedibile sin dall’inizio della stagione, i Clippers hanno la panchina più efficiente di tutta la lega (51.7 punti a partita), mentre i cugini sono solo in dodicesima posizione (38.1).

Al contrario, i Lakers sono primi per percentuale di stoppate a partita (7.3%), mentre la squadra allenata da Doc Rivers è solo quattordicesima (5%). Memorabile la partita tra Lakers e Pistons, in cui i primi hanno rifilato agli avversari ben 20 stoppate.

Due giorni dopo AD e compagni riceveranno la visita di una delle squadre più deludenti di quest’anno, i Portland Trail Blazers. I Lakers hanno vinto, abbastanza nettamente, entrambe disputatesi al Moda Center.

Lillard e compagni sono undicesimi ad Ovest, e fuori casa hanno un record di 9 vinte e ben 16 perse. Nel 2020 i Blazers in trasferta hanno perso cinque partite su otto, complessivamente, su 10 partite giocate, ne hanno vinte quattro e perse sei.

I Lakers, invece, nel 2020 hanno perso solo una delle nove partite giocate, quella contro gli Orlando Magic. Ma questo è solo uno dei dati che rappresenta la differenza attuale tra le due squadre.

Un altro può essere la percentuale di punti dal campo. In questa classifica, i campioni NBA 2010, come già detto, sono primi, mentre la squadra allenata da Terry Stotts è solo ventiduesima (45%).

Nelle successive due partite L.A. se la vedrà prima con Sacramento, in trasferta, e poi in casa contro gli Spurs. Entrambe stanno deludendo le aspettative, soprattutto Sacramento che è addirittura quattordicesima a Ovest, mentre San Antonio è nona.

Ci si aspettava di più da Sacramento, partita con ben altre ambizioni. La sensazione è che c’è da aspettare ancora un pò prima di rivedere i Kings giocare i playoff, che a Sacramento mancano dal 2006.

San Antonio, invece, sta attraversando un periodo di ricostruzione dopo che anche Tony Parker ha detto basta. La squadra, comunque, è ancora viva ed è pienamente in corsa per un posto nella prossima postseason.

Come già detto per le due trasferte newyorkesi, anche in questo caso i Lakers non dovranno commettere l’errore di sottovalutare l’avversario, specialmente gli Spurs.

Il 7 febbraio, invece, ci sarà la seconda sfida contro gli Houston Rockets, che saranno sicuramente desiderosi di vendicare la sconfitta di qualche giorno fa, con annesso coro “Mvp, Mvp” dei tifosi texani per LeBron James.

Questa partita fa subito venire in mente quella dello scorso anno, vinta da Houston, quando Chris Paul e Rondo cominciarono a picchiarsi e per il pugno che Brandom Ingram rifilò, in un secondo momento, allo stesso Paul.

In trasferta, Houston ne ha vinte 12 e perse 9. Questa sarà una sfida tra due delle squadre che segnano di più. I Rockets hanno il secondo miglior offensive rating della Lega, 118.6, mentre i Lakers sono al sesto posto con 114.2.

Dopo i Rockets, Kuzma e compagni dovranno giocare ancora tre partite prima della pausa per l’All-Star Game, la prima al Chase Center contro Golden State, la seconda in casa contro Phoenix e l’ultima in casa dei Denver Nuggets.

Se le prime due partite non preoccupano più di tanto – Golden State è ultima nella League, Phoenix è decima nella Western Conference – lo stesso non si può dire per la partita contro i Nuggets, che in casa hanno perso solo 6 partite su 23.

Come la squadra di LeBron, anche quella di Jokic è nelle prime posizioni per assist di media a partita (26.2%), mentre è solo undicesima per palle recuperate (7.9), mentre i gialloviola sono quinti (8.5, come Minnesota).

Quindi, questo può considerarsi il momento decisivo per la stagione dei Lakers, che possono anche fare affidamento su Anthony Davis già dal match di stanotte al TD Garden.

Contro i Rockets, L.A. ha dimostrato di poter competere ad alti livelli anche senza AD, ma c’è da considerare il fatto che Houston, al contrario dei Celtics e di tante altre squadre, non ha una buona difesa.

A questo punto, la domanda è questa: i Lakers saranno in grado di uscire indenni da questo calendario non proprio facilissimo?