Poche settimane fa, Zion Williamson ha avuto modo di fare il suo tanto atteso debutto in NBA, mettendo a referto 22 punti, 7 rimbalzi e 3 assist col 73% dal campo (8/11) e il 100% da dietro l’arco (4/4) in appena 18′ nel match perso per 121-117 dai suoi New Orleans Pelicans contro i San Antonio Spurs allo Smoothie King Center.
La prima scelta al Draft della scorsa estate sta viaggiando a medie di 22.1 punti, 7.5 rimbalzi e 2.2 assist col 58% al tiro e il 36% dalla lunga distanza in dieci partite e, con lui in campo, i Pelicans hanno vinto due delle ultime tre gare prima dell’All-Star Break, che ha visto anche lo stesso Williamson protagonista con 14 punti, 2 rimbalzi e un assist col 64% al tiro (7/11) in 20′ nel Rising Stars Challenge vinto da Team USA per 151-131 contro Team World.
Zion ha conquistato tutti in pochissimo tempo, tanto che il primato di Ja Morant nella corsa al premio di Rookie of the Year non pare più così saldo rispetto a poche settimane fa. Certo, il prodotto di Duke ha saltato molte partite e difficilmente riuscirà a portare a casa il riconoscimento, anche e soprattutto considerando che Morant stia ricoprendo un ruolo di primo piano nei sorprendenti Memphis Grizzlies, in piena lotta per l’ottavo posto valevole per i playoff nel selvaggio Ovest.
Nonostante ciò, l’attuale numero 1 dei Pelicans pare destinato a fare grandi cose e a segnare la prossima era cestistica. Del resto, c’è più di un motivo se prima dello scorso Draft in molti non vedevano l’ora di scoprire quale squadra avrebbe avuto la fortuna di scegliere Zion con la first pick. Un’attesa degna dei grandi fenomeni che hanno contribuito a scrivere pagine indelebili della storia del gioco.
Proprio molti di questi fenomeni sono dei veri e propri punti di riferimento per il giovanissimo Zion: “Quando faccio le mie ricerche e mi capita di guardare partite di fenomeni del calibro di Earl Monroe, Michael Jordan e LeBron James, cerco di imparare quante più cose dal loro modo di giocare. Magic Johnson faceva una fotografia del campo ancor prima di prendere palla, faceva cose pazzesche. Nonostante non facciano parte delle stesse epoche, tutti questi giocatori hanno dato un contributo enorme all’evoluzione del gioco.”