Approdato agli Houston Rockets lo scorso 19 febbraio e confermato una settimana più tardi con un contratto fino al termine della stagione, Jeff Green sta dando un apporto più che positivo alla causa texana: dopo aver fatto fatica a trovare continuità d’impiego e di rendimento tra le file degli Utah Jazz, venendo tagliato dopo appena 30 partite dalla franchigia di Salt Lake City, infatti, il classe ’86 sta viaggiando a medie di 10.4 punti, 3.2 rimbalzi e 1.2 assist col 62% dal campo e il 41% da dietro l’arco, disimpegnandosi al meglio anche come centro nello small ball di Mike D’Antoni.

34 anni da compiere il prossimo 28 agosto, Green ha ritrovato a Houston James Harden, Russell Westbrook e Thabo Sefolosha, già suoi compagni di squadra agli Oklahoma City Thunder, andando così ad allargare il clan di ex OKC presenti nel roster texano. Le sue caratteristiche tecniche e la sua personalità da umile e sapiente veterano si sposano alla perfezione con le necessità dei Rockets, desiderosi di dare l’assalto all’anello dopo aver soltanto sfiorato l’approdo alle Finals nelle scorse due stagioni.

Nel frattempo, però, la NBA è sospesa fino a tempo indeterminato in seguito alla diffusione del coronavirus, cui sono risultati positivi Rudy Gobert e Donovan Mitchell degli Utah Jazz, peraltro compagni di squadra dello stesso Jeff Green nella prima parte di stagione. Il 33enne ha recentemente detto la sua in merito alla questione: “Sarò onesto con voi: non mi importa granché della pallacanestro rispetto al problema del coronavirus. La mia principale preoccupazione è assicurarmi che la mia famiglia stia bene e prendermene cura. Questa è la priorità assoluta per me ed è decisamente più importante del basket.”, le parole dell’attuale numero 32 dei Rockets.