“Il modo in cui legge e capisce il gioco in campo e il modo in cui sta tre passi avanti a tutti è incredibile… non li aveva nel 2011!“
Mark Cuban, presidente di Dallas, prima della gara 5 delle Finals, poi persa dai Los Angeles Lakers, ha speso belle parole su Lebron James, in particolare ha voluto fare un riferimento alle finali Nba del 2011 che hanno visto protagonisti proprio i Miami di King James contro i Mavericks.
Oggi sappiamo che LA è campione della stagione 2020 di Nba, grazie alla vittoria stracciante della scorsa notte in gara 6 ai danni della sorpresa Miami Heat, che effettuato un grande percorso paragonabile a quello del 2011 di Dallas, guidata da Nowitzki. Differenza? Il tedesco regalò il titolo a Cuban, cosa che non è riuscito a fare Jimmy Butler, nonostante delle prestazioni eroiche. Se 9 anni fa abbiamo visto un Lebron sconfitto, ai giorni nostri James è tornato al controllo della Lega, con la vittoria del MVP delle Finals e grazie anche all’aiuto enorme di Anthony Davis.
Successo determinato secondo Cuban da una qualità di Lbj che mancava nelle Finals 2011, ecco il suo commento: “È come il giorno e la notte. È incredibile il modo in cui vede e legge ciò che sta accadendo sul campo in tempo reale ed è tre passi avanti. È questo che lo rende speciale, insieme al suo atletismo. Non aveva questa capacità nel 2011. Non avrebbe saputo cosa fare contro una difesa a zona, mentre oggi non esiterebbe. Sa esattamente cosa succederà. Può parlarti di una partita di basket e di ogni singola giocata come alcuni di noi discutono a proposito di un libro appena letto. Oggi ti può battere in diversi modi. È ancora abbastanza atletico ed ha migliorato le sue qualità da passatore, ma tutto si ricollega alla sua intelligenza cestistica”.
Difficile trovarsi in disaccordo con queste parole. Partiamo da un dato che emerge mettendo a confronto le due serie Finals: se la media punti resta (incredibilmente) più o meno uguale, la media assist passa da 7 a 10.2. Altra caratteristica importante è la gestione del match da parte di Lebron: sa quando e quanto tempo riposare; riconosce il momento in cui è meglio che la palla la gestisca qualcun altro (Rondo o Davis); riesce a ancora a chiudere in tracce offensive in difesa, abbellendo il tutto con qualche stoppata che ci fa alzare dalla sedia.
Pochi giorni fa è uscita una notizia in America secondo cui il 4 volte Mvp delle Finals avrebbe fatto tardi la notte per studiare e riguardare gli schemi offensivi di Miami. Ci si può credere o no, ma a confermare la tesi è stato anche DeRozan, ora agli Spurs, raccontando un aneddoto sull’immensità di Mr. Lebron Raymone James: “Nel 2016 arrivammo alle Eastern Conference Finals, e dopo aver perso le prime due partite, vincemmo Gara 3 e Gara 4. Allora in LeBron scattò un altro atteggiamento nelle successive due partite, del tipo: ‘dobbiamo chiudere la serie, ora‘. Ricordo distintamente questo episodio e penso di non averlo mai raccontato a nessuno fuori dalla mia cerchia di amici più stretti. Un nostro compagno di squadra si dimenticò lo schema che avevamo appena chiamato e LeBron gli disse che schema fosse: una roba da pazzi! Cioè davvero, io chiamo lo schema, lui fa ‘che cosa?’ e LeBron gli dice esattamente che schema fosse. Questo ti dimostra davvero quanto sia concentrato quando si tratta di vincere. Lo vedi su ambo i lati del campo amico, in attacco e in difesa. Questo è un testamento alla sua grandezza e sul perché ha raggiunto 10 Finals”.
Una macchina, una mente geniale all’opera da 17 stagioni e che non smette di migliorare e di battere record. Cuban ha centrato esattamente il punto: ‘intelligenza cestistica’ e qua ce n’è da vendere!
Andrea Greco