I Toronto Raptors sono a un passo dalla storia. Infatti, grazia alla seconda vittoria alla Oracle Arena, si sono portati sul 3-1 nella serie. Lunedì notte hanno la possibilità di chiudere i conti tra le mura amiche e di vincere il primo titolo della loro storia.

Top scorer del match è stato il solito Kawhi Leonard, autore di 36 punti. Benissimo anche Ibaka e Siakam che hanno messo a segno in totale 39 punti. Agli Warriors non sono bastati i 55 punti totali messi a segno dagli Splash Brothers.

Facendo un’analisi tattica del match, sono quattro i punti chiave che hanno permesso alla squadra di Nurse di battere nuovamente i ragazzi di coach Kerr: l’incisività dei due leader, le palle perse, i punti messi a segno dalle panchine, i tiri liberi e il terzo quarto.

Cominciamo con il primo punto. Leonard ha sfornato una prestazione leggendaria, 36 punti e 12 rimbalzi, con 9/9 ai liberi e il 55% da tre. L’ex Spurs ha dato il meglio di se nel primo quarto, segnando 14 punti e tenendo in piedi da solo i Raptors, e nel terzo, dove ha messo a referto 17 punti, spostando l’inerzia della gara nella direzione della squadra canadese.

Curry è stato si autore di 27 punti, ma si è svegliato tardi. Ha concluso il primo tempo con soli otto punti, di cui nessuno da tre (0/5, a fine partita 2/9). Nel secondo tempo si è svegliato, mettendone 19, ma ormai si era già capito chi avrebbe portato a casa la partita.

Anche le palle perse, da sempre un problema per la squadra di Kerr, hanno giocato un ruolo importante se non decisivo. I Warriors ne hanno collezionate 17, i Raptors nove. Tra l’altro, nove delle 17 palle perse dai Warriors sono arrivate nel solo primo tempo, il che non ha permesso ai campioni di allungare.

Se Leonard è stato decisivo, lo stesso si può dire anche per Ibaka. L’ex OKC ne ha messi 20 uscendo dalla panchina ed è stato l’unico insieme a Leonard a tenere in piedi la baracca nel primo tempo. In totale la panchina dei Raptors ha messo a referto 28 punti (20 di Ibaka più otto di VanVleet), la panchina di Golden State 18, di cui 10 di un comunque positivo Looney, sei di Livingston e due di McKinnie.

Golden State, poi, ha concluso col 66% dalla lunetta, percentuale bassa. Curry ne ha messi 7/8, Green 4/4, gli altri 3/9. Toronto ha concluso col 95%, segnandone 25/26, l’unico a sbagliarne uno è stato Siakam.

L’anno scorso, il terzo quarto era uno dei punti di forza della squadra di Kerr, era il momento in cui chiudevano le partite senza dare possibilità di reazione all’avversario. Stanotte, invece, i Raptors, dopo aver chiuso il primo tempo sotto 46-42, alla sirena del terzo quarto erano avanti di 12 lunghezze, 79-67, con un parziale di 37-21 che ha permesso ai ragazzi di Nurse di controllare agevolmente il match nel quarto periodo.

Per i californiani ora si fa durissima. Oltre a sperare nel (improbabile) ritorno di KD, dovranno sicuramente ritrovare la mira dalla lunetta e migliorare l’apporto della panchina. Ci sarà bisogno di un Curry migliore da dietro l’arco e di un Cousins migliore a rimbalzo se si vuole tornare alla Oracle per gara-6.